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Economia digitale, in India raggiungerà i 1.000 miliardi di dollari di valore entro il 2022

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Intelligenza artificiale, Internet of Things, machine learning e cloud potrebbero mettere il turno all’economia indiana nel giro di pochissimo anni. Secondo il Governo di Nuova Delhi è tutto merito degli “Unicorni”.

La competizione globale sulle tecnologie e i servizi della trasformazione digitale è sempre più alta ed intensa. Le economie asiatiche investono rapidamente in nuove risorse per l’innovazione, sfruttando modelli di business avanzati e partenariati internazionali.

L’economia digitale dell’India potrebbe raggiungere il valore di 1000 miliardi di dollari nel 2022, secondo quanto dichiarato da un funzionario del Ministero della Finanza della Repubblica indiana.

Se è vero che, secondo quanto affermato dal Segretario del Dipartimento dell’Economia dell’India, Subhash Chandra Garg, e riportato dal quotidiano The Hindu Business Line, l’economia del grande Paese asiatico potrebbe raggiungere entro il 2030 i 10 mila miliardi di dollari di valore complessivo, la metà sarà legata alla crescita dell’economia digitale.

L’8%, ha precisato Garg in occasione delle celebrazioni dell’Institute of Cost Accountants of India (ICAI) tenutesi a New Delhi sabato scorso, è un obiettivo pienamente alla portata dell’India.

Intelligenza artificiale, Internet of Things, machine learning, cloud, sono diversi i settori chiave per questa nuova fase di crescita economica ormai pronta a partire: “In pochi anni l’India trasformerà completamente la propria economica in chiave digitale e questo sarà possibile grazie all’arrivo degli unicorni, ne contiamo già 13 nel nostro Paese”.

Questa nuova specie di startup, quelle che concludono il percorso da “Unicorno” (cioè che superano il valore di 1 miliardo di dollari), sono le multinazionali dei prossimi decenni, ed è questa la grande novità del momento sul mercato globale.

Molti Paesi, tra cui Francia, Germania, Spagna, Cina e USA, lo hanno capito, e stanno preparando il terreno da tempo per facilitare il lavoro e lo sviluppo questi nuovi operatori economici, non solo per sfruttarne il potenziale economico, ma anche per non trovarsi esposti, nel giro di pochi anni, a mutamenti tecnologici in grado di trasformare e azzerare mercati consolidati da tempo.