L'intervento

Economia circolare: il digitale vada oltre la sharing economy

di Beatrice Lamonica – Responsabile di Accenture Strategy Sustainability in Italia* |

L’idea base dell’economia circolare è che bisogna trovare e sfruttare il valore inutilizzato di tutte le parti della filiera.

L’economia circolare rappresenta un nuovo modo di produrre valore grazie a un virtuoso e sinergico riutilizzo di tutte le risorse che ri-alimentano, in un processo rinnovabile, il ciclo produzione-consumo generando evidenti impatti positivi dal punto di vista ambientale, sociale ed economico. E’ dai tempi della rivoluzione industriale che un fenomeno di questa portata non si affaccia sulla scena dell’economia mondiale, con un risparmio calcolato di 4.500 miliardi di dollari da qui al 2030 e un elevato impatto sociale.

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La rapidità con cui si stanno affermando i modelli di business di economia circolare sta iniziando a cambiare in meglio la mentalità e contribuirà a disaccoppiare la crescita economica, dall’uso intensivo di risorse naturali. Le tecnologie digitali sono cruciali in questo senso. Tuttavia esiste anche un possibile fraintendimento del ruolo delle tecnologie digitali nel futuro dell’economia circolare.

La prima ondata di economia circolare digitale è arrivata con la digitalizzazione dei prodotti. La musica in streaming e gli e-reader sono due classici esempi.
In seguito è emersa la sharing economy con la crescita esponenziale di società come Uber e Airbnb, che sfruttano la rete e i social media per aumentare l’efficienza, trasformando risorse inutilizzate o sottoutilizzate in opportunità di guadagno. Le tendenze globali circa la penetrazione dei dispositivi mobili e l’accesso a internet inducono a pensare in modo ottimistico rispetto al futuro di questi modelli di business. Molti dei capi azienda con cui parliamo spesso sperano che le app digitali dell’economia condivisa si possano applicare anche a contesti più industriali. E se da un lato è vero che quella è un’onda che può essere cavalcata ancora a lungo, dall’altro lato si evince che ci sono correnti meno evidenti, ma che possono essere sfruttate meglio.

Una terza tendenza sta crescendo grazie all’impiego di analytics e sensori che consentono di aumentare l’efficienza, migliorare le prestazioni e sviluppare un numero maggiore di offerte di prodotti as-a-service.

Internet of Thing

Prendiamo l’esempio di Aerofarms, azienda agricola hi-tech. Aerofarms utilizza sofisticati analytics e tecniche di misurazione di sostanze nutrienti per coltivare prodotti agricoli indoor, all’interno di una ex acciaieria del New Jersey. I nutrienti sono spruzzati sulle radici di prodotti agricoli collocati in vasche di contenimento impilate una sull’altra. La luce del sole è sostituita da LED. Niente terreno, niente sole e niente pesticidi ma analytics in abbondanza per utilizzare le risorse nel modo più efficace e preciso possibile. Questo sistema comporta un risparmio di acqua pari al 90% e offre una resa 30 volte maggiore rispetto a quella di una normale serra, un approccio che avvicina il settore a grandi passi verso una filiera circolare.

Machine 2 Machine

 

SKF, produttore di cuscinetti a sfere, ha messo a frutto la tecnologia Machine 2 Machine per ridurre i costi di assistenza e manutenzione del 30%, trasformandosi da società che vende prodotti in fornitore di servizi che aiuta i clienti a ottimizzare l’efficienza del ciclo di vita dei prodotti. Con l’aiuto della tecnologia digitale, le macchine ora possono sapere quando sono difettose e bloccarsi automaticamente per evitare costi di riparazione o, meglio, inviare una segnalazione ai tecnici per interventi di manutenzione preventiva.

Intelligent analytics

 

Philips ora vende illuminazione, al posto di luci, ai suoi clienti. Gli “intelligent analytics” sono alla base di questa operazione, offrendo a Philips un chiaro incentivo a ridurre i costi operativi per ora di lumen e – quale leader di mercato – a sfidare i concorrenti a fare la stessa cosa. Questo è un caso evidente di innovazione del modello di business.

Materiali innovativi e 3D printing

Lo sviluppo più interessante è forse l’utilizzo congiunto di tecnologia digitale e materiali per trasformare il modo in cui i prodotti vengono realizzati, dando l’avvio alla quarta onda di economia circolare.

Si sta infatti progettando una serie di materiali sintetici e sostenibili innovativi da utilizzare (e riutilizzare) specificatamente nell’economia circolare. Un esempio interessante è Spiber, che è al lavoro per creare materiali forti, flessibili e sostenibili con la seta di ragno sintetica in una varietà di forme, quali fibra, poliuretano espanso e maglia. Il materiale a base di proteine è coltivato ma non è raccolto, cosa che lo rende sostenibile e riutilizzabile. Le proprietà fisiche di questi nuovi materiali sono esaltati dai progressi della manifattura di precisione, con la realizzazione di benefici lungo tutta la filiera.

La stampa in 3D è un ulteriore esempio di tecnologia che sta contribuendo a ridurre in misura consistente gli sprechi e le emissioni lungo la filiera, addirittura eliminandoli quasi del tutto in alcuni casi, poiché offre la possibilità di svolgere le attività di produzione e di progettazione nello stesso luogo e di utilizzare l’esatta quantità di materiali necessari. A titolo di esempio, un produttore di stampi di materie plastiche a iniezione ha ridotto i costi di produzione da 10.000 a 600 dollari e i tempi di produzione da quattro settimane ad appena 24 ore.

I produttori di stampanti 3D sono ora anche nelle condizioni di impiegare materiali sostenibili come materia prima. Marketbot, uno dei principali produttori di stampanti in 3D al mondo, sta utilizzando plastica biodegradabile che, essendo estratta dal grano, è materiale teoricamente riutilizzabile all’infinito. Un costruttore cinese ha di recente presentato un palazzo e una grande casa creati con stampa 3D partendo da materiali riciclati e rifiuti recuperati da altri cantieri.

I governi e gli investitori di tutto il mondo ora capiscono che economia circolare significa qualcosa di più che la semplice riduzione dei rifiuti urbani. L’idea è che bisogna trovare e sfruttare il valore inutilizzato di tutte le parti della filiera. Alla base di questa transizione economica ci sono le tecnologie digitali. Le imprese di ogni settore devono comprendere si tratta di molto più che di “sharing economy”, si stanno creando infatti modelli di business totalmente nuovi basati sulla generazione e la manipolazione avanzata di dati. L’economia circolare o sarà una rivoluzione digitale o non sarà proprio una rivoluzione.

* Beatrice Lamonica – Responsabile di Accenture Strategy Sustainability in Italia, co-autrice dell’edizione italiana del libro: “Circular Economy – dallo spreco al valore” di Peter Lacy – Global Managing Director di Accenture Strategy – e Jakob Rutqvist. (EGEA Editore)