Riuso e riciclo

Economia circolare, dal nuovo hub SUSTAINera Stellantis si attende ricavi per 2 miliardi di euro entro il 2030

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In questa prima fase, l’hub di economia circolare implementerà la strategia delle 4R (reman, repair, reuse, recylce), puntando su rigenerazione e smontaggio dei veicoli a fine vita, con l’obiettivo di gestire oltre 50.000 ricambi rigenerati entro il 2025 e 150.000 entro il 2030.

Il piano Stellantis per ottenere ricavi dalla strategia delle 4R (rigenerazione, riparazione, riutilizzo e riciclo)

In un primo momento il nuovo hub di economia circolare SUSTAINera sarà dedicato alla rigenerazione di motori, cambi e batterie per veicoli elettrici, e al ricondizionamento e lo smontaggio dei mezzi, nel pieno rispetto della strategia delle 4R: Reman (rigenerazione), Repair (riparazione), Reuse (riutilizzo) e Recycle (riciclo).

È quanto comunicato dal Gruppo Stellantis, che ha inaugurato l’impianto all’interno del comprensorio di Mirafiori a Torino e da cui punta a generare oltre 2 miliardi di euro di ricavi entro il 2030.

Secondo quanto riportato nel comunicato ufficiale, si apprende che l’obiettivo primario di questo hub di economia circolare è estendere la vita di componenti e veicoli, garantendo loro una durata più lunga.

Alla fine del ciclo di vita, infatti, i veicoli diventano così una preziosa fonte di componenti da rigenerare e riutilizzare o di materiale per il riciclo.

Quando questo non è più possibile – è spiegato da Stellantis – il materiale viene raccolto per il riciclo dall’attività di rigenerazione e da quella di smontaggio dei veicoli a fine vita, quindi reintrodotto nel ciclo di produzione per originare nuovi pezzi e nuovi veicoli. In questa prima fase, l’Hub di Economia Circolare ospiterà quattro attività, implementando la strategia delle 4R con l’obiettivo di espandersi ulteriormente”.

L’intera struttura di SUSTAINera a Mirafiori nasce dal riciclo e il riuso

L’investimento inziale è di 40 milioni di euro, per una struttura di 73.000 metri quadri di dimensioni, di cui 55.000, assicurato dal Gruppo, sono stati recuperati riconvertendo una struttura parzialmente inutilizzata e riciclando più di 5.000 tonnellate di metallo proveniente da risorse obsolete.

Stessa cosa per i macchinari e le attrezzature, che sono stati recuperati da altre sedi e strutture, producendo un risparmio del 55% rispetto ad un acquisto ex novo.

Inizialmente il sito darà lavoro a 170 dipendenti qualificati, ma secondo l’azienda si arriverà a 550 entro il 2025.

Si stima che la struttura sarà in grado di gestire oltre 50.000 ricambi rigenerati entro il 2025 e 150.000 entro il 2030; che 2,5 milioni di componenti usati andranno a rifornire le attività di rigenerazione e riciclo dello stabilimento entro il 2025, per diventare 8 milioni entro il 2030.

Stellantis “si alleggerisce” di 15 mila dipendenti in Italia

Continua quindi il percorso di Stellantis nella transizione digitale ed energetica, ma soprattutto nella realizzazione del piano strategico Dare Forward 2030, ma certo c’è anche una parallela attività di riordino/ristrutturazione del Gruppo.

Nei giorni scorsi, secondo quanto riportato in un articolo pubblicato su lindipendente.online, Stellantis avrebbe inviato una mail a circa 15 mila dipendenti italiani, più o meno un terzo del totale ancora impiegato nel nostro Paese (il Gruppo è infatti una holding multinazionale nato dalla fusione tra Fiat Chrysler e PSA), proponendo amichevolmente un’uscita volontaria.

Il fatto segue un accordo siglato a ottobre con le parti sociali sempre per un’uscita volontaria di altri 2 mila dipendenti.

Tutto questo mentre il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, annuncia che il Governo sta per chiudere un nuovo accordo con il Gruppo Stellantis per il rilancio dell’industria automotive in Italia.

Secondo il quotidiano, negli ultimi dieci anni solo Mirafiori ha visto tagliare il 26% dei posti lavoro. Melfi in Basilicata ha perso in soli due anni più di 1.400 dipendenti.

Di contro, considerando tutte le voci di interesse, dalla cassa integrazione per i dipendenti ai prepensionamenti, dalle rottamazioni concesse dietro l’esborso dello Stato italiano, agli stabilimenti costruiti con i soldi dei contribuenti italiani e i contributi statali, dal 1975 ad oggi la Fiat ha incassato dallo Stato circa 220 miliardi di euro di risorse pubbliche.