Il mercato

Ecommerce, digitale e rinnovabili spingono in alto il PIL cinese, che cresce del 6,9% nel 2017

di |

Era dal 2010 che il PIL del gigante asiatico non tornava a mostrare segni di ripresa. Le nuove leve dell’economia cinese sono le smart technologies, l’efficienza energetica, le tecnologie per l’ambiente e la digital economy dei servizi.

L’economia cinese torna a mostrare segni concreti di crescita, per la prima volta in sette anni. Il prodotto interno lordo ha registrato a fine 2017 un aumento del 6,9%. Un dato che conferma le stime del Governo di Pechino per l’anno passato (+6,5%) e che comunque si dimostra migliore rispetto al 6,8% atteso da Fondo monetario internazionale e Banca mondiale.

Migliora anche il commercio con l’estero, con un’espansione del 14,2%, si legge in un articolo del Sole 24 Ore di oggi, e vanno bene anche entrate fiscali, reddito delle famiglie e profitti aziendali. A guidare questo nuovo momento di crescita del grande Paese asiatico sono i settori di quella che è chiamata la new economy, cioè smart technologies, ecommerce, fintech, efficienza energetica e tecnologie per l’ambiente.eff

L’ecommerce cinese è ormai da qualche anno il mercato più grande del mondo. Rappresenta infatti il 23% dell’intera economia retail secondo dati eMarketer e per il 2021 potrebbe anche raggiungere il 40%. Oggi in Cina l’ecommerce vale più di 1.132 miliardi di dollari e il 75% delle transazioni avviene su rete mobile. praticamente, il commercio elettronico cinese rappresenta il 49% del comparto mondiale, l’anno scorso valutato attorno ai 2.290 miliardi di dollari.

La stessa economia digitale dei servizi in Cina è crescita del 19% nel 2016, per un valore di mercato pari a 3.350 miliardi di dollari, secondo dati ufficiali forntii dal MIIT (Ministry of Industry and Information Technology) , cioè il 30% del PIL nazionale.

Altro settore chiave per l’economia cinese sono le clean energies, le energie pulite che, secondo un recente Report dell’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA), hanno raccolto nel 2017 un totale di 44 miliardi di dollari di investimenti (nel 2016 sono stati pari a 32 miliardi).

Oggi la Cina è il Paese che spende di più al mondo nel settore dell’energia pulita e, si leggeva in un articolo dell’anno scorso sul New York Times, la National energy administration del Governo di Pechino ha pianificato investimenti in fonti energetiche rinnovabili superiore ai 490 miliardi di dollari per il 2020.

Tra il 2006 ed il 2010 la Cina ha investito 157 miliardi di dollari in tecnologie per l’ambiente e per la sostenibilità ambientale, più dell’1,5% del PIL. Nell’ultimo Piano quinquennale cinese, illustrato a inizio 2016, che stabilisce la direzione dell’economia e la destinazione degli investimenti per i seguenti cinque anni, tale spesa è stata fissata a 300 miliardi di dollari l’anno fino al 2020, piò o meno 1.200 miliardi di dollari (che equivale al 2,7% circa del PIL della Cina).

Enorme, inoltre, è il contributo all’economia nazionale dato dal mercato delle smart technologies, soprattutto in ambito urbano (smart city, smart mobility, smart buildings, smart water systems, smart energy), con una spesa complessiva stimata da Technavio per il 2020 attorno ai 1.450 miliardi di dollari.