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eCommerce, Davide Rossi (EuCER): “Andare oltre la web tax per risolvere le asimmetrie competitive”

La web tax dovrebbe entrare in vigore da gennaio prossimo in Italia, stando al disegno di legge di Bilancio 2020, con 750 milioni l’anno previsti nelle casse dello Stato. Ma la tassazione dei giganti del web “non esaurisce il tema della regolamentazione delle piattaforme multinazionali di intermediazione online, anzi è solo uno dei molti profili critici di una situazione per la quale è necessario intervenire non solo a livello fiscale ma anche e soprattutto dal punto di vista delle norme di sistema e di politica economica”.

Questa è la richiesta che sarà lanciata al Governo e al Parlamento nel corso del workshop “Oltre la Web Tax – analisi e riflessioni sulle asimmetrie del commercio moderno”, che si terrà a Roma il 21 novembre. Tra i partecipanti Carlo Sangalli, presidente Confcommercio, Mirella Liuzzi, sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, Carla Ruocco, presidente Commissione Finanze, e Andrea Scozzoli, presidente Aires Confcommercio (Il programma completo e come iscriversi per partecipare).

Abbiamo intervistato Davide Rossi, direttore generale di Aires Confcommercio e da poche settimane anche managing director dell’European Consumer Electronics Retail Council (EuCER), l’ente che rappresenta a livello continentale le imprese del settore, per conoscere meglio le finalità del convegno.

Key4biz. Con la web tax il Governo mostra attenzione all’eCommerce?

Davide Rossi. Fino ad oggi il dibattito sul commercio elettronico è stato impostato in maniera sbagliata, direi con logiche del secolo scorso. Non è corretto contrapporre online e store, questo è un tema superato perché tutte le imprese, almeno nel nostro settore, sono ormai omnicanale, o “seamless”, come si usa dire.

Si ordina online e si ritira in store oppure si ordina in negozio e ci si fa recapitare a casa i prodotti; inoltre tutti i punti vendita e le logistiche sono integrate così non capita ormai quasi più non potere soddisfare il cliente per problemi di disponibilità”. Insomma, il settore dell’elettronica ha fatto i compiti a casa ma si trova a competere con piattaforme che di per sé, a causa di normative antiquate, danno vita a situazioni di concorrenza asimmetrica.

Key4biz. Oltre l’introduzione della web tax, cosa occorre fare?

Davide Rossi. La direttiva europea sul commercio elettronico, pensata oltre 20 anni fa e approvata nel 2000, non è più adeguata allo scenario che si è delineato in questi anni. E allo stesso modo sono obsolete le norme nazionali e comunitarie che disciplinano le piattaforme da vari punti di vista: in primo luogo quello fiscale, ma anche quelli della responsabilità in materia ambientale (ad esempio suo RAEE) e sulla sicurezza dei prodotti.

Key4biz. Una battaglia da portare avanti a livello europeo?

Davide Rossi. Ecco perché l’EuCER Council (il fatturato complessivo delle imprese associate supera i 45 miliardi di euro per oltre 300.000 addetti nei 28 Paesi dell’Unione Europea) ha conferito il proprio unanime e convinto supporto alla giornata di riflessione “Oltre la Web Tax”, che, dopo Roma, ripeteremo nel 2020 a Bruxelles e in altre capitali europee, partendo da Parigi per poi toccare Lisbona, Madrid e Berlino.

Key4biz. Come combattere le asimmetrie del commercio moderno?

Davide Rossi. Lo studio del professor Marco Gambaro dell’Università degli Studi di Milano evidenzia le ricadute di natura economica e sistemica di questa situazione asimmetrica, mostrando come sia importante operare scelte di politica industriale mirate allo sviluppo sostenibile del commercio in tutte le sue firme (non solo online e in store, ma anche delle nuove forme automatizzare basare sugli assistenti vocali e sulla intelligenza artificiale).

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