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E-Identity: l’UE propone il digital wallet e raccomanda lo sviluppo di ID digitali nazionali

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La Commissione Europea ha proposto un framework sicuro ed affidabile per un'identità digitale europea basata su un “digital wallet” interoperabile per tutti i cittadini residenti e le imprese dell'UE, all’interno del territorio europeo, che offre la nuova possibilità di archiviare e utilizzare i dati per tutti i tipi di servizi.

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La Commissione Europea ha proposto un framework sicuro ed affidabile per un’identità digitale europea basata su un “digital wallet” interoperabile per tutti i cittadini residenti e le imprese dell’UE, all’interno del territorio europeo, che offre la nuova possibilità di archiviare e utilizzare i dati per tutti i tipi di servizi.

Una trasformazione strategica

Contestualmente, la Commissione ha accompagnato la proposta con una raccomandazione che invita gli Stati membri ad istituire, entro il mese di settembre 2022, uno strumento comune per dare pronta attuazione alla proposta ed avviare i necessari lavori preparatori per la predisposizione dell’architettura tecnica, nonché degli standards e delle conseguenziali linee guida.

Del resto, il digital compass europeo stabilisce una serie di obiettivi e traguardi strategici al 2030 tra cui proprio quello dell’identità digitale europea riveste una priorità dichiarata.

Ed infatti, nella strategia europea per il prossimo decennio digitale è espressamente previsto che entro il 2030, l’80% dei cittadini dovrà utilizzare una soluzione eID.

Per traguardare questo obiettivo, la Commissione Europea ha inteso basarsi sul quadro giuridico transfrontaliero esistente per le identità digitali affidabili, ovvero il Regolamento eIDAS adottato nel 2014, che fornisce la base per l’identificazione elettronica transfrontaliera, i servizi fiduciari, nonché l’autenticazione e la certificazione di siti web all’interno dell’UE.

A tal riguardo va evidenziato che sebbene già il 60% circa dei cittadini europei possa attualmente beneficiare del sistema di identificazione disciplinato dal Regolamento eIDAS, non vi è tuttavia alcun obbligo per gli Stati membri di sviluppare un ID digitale nazionale e di renderlo interoperabile con quelli di altri Stati membri, con la conseguenza che, un mancato coordinamento nell’implementazione, potrebbe comportare delle inefficienze sul piano dell’interoperabilità.

In tale prospettiva, la proposta avanzata dalla Commissione Europea tiene conto anche delle attuali carenze dello strumento legislativo in revisione per estendere i vantaggi del quadro normativo al settore privato e all’uso mobile, al fine di consentire ai cittadini europei di accedere ai servizi online con la propria identificazione digitale nazionale, che sarà riconosciuta in tutta Europa, senza dover utilizzare metodi di identificazione privata o condividere inutilmente dati personali (di cui i cittadini europei manterranno il pieno controllo).

Digital Wallet

In buona sostanza, in base al nuovo regolamento, gli Stati membri offriranno ai cittadini e alle imprese wallets digitali che saranno in grado di collegare le loro identità digitali nazionali con la prova di altri attributi personali (ad esempio patente di guida, diplomi, conto bancario) e di condividere documenti elettronici anche attraverso un mobile device.

I cittadini europei potranno così affittare un appartamento o aprire un conto bancario al di fuori del paese membro di origine, in modo sicuro e trasparente, oppure presentare una dichiarazione dei redditi o iscriversi ad un’università europea attraverso un’identificazione digitale trusted, riconosciuta in tutta Europa.

I wallets digitali potranno essere forniti da autorità pubbliche o da enti privati, purché riconosciuti da uno Stato membro e consentiranno a tutti gli europei di accedere ai servizi online.

L’Identità Digitale Europea avrà le seguenti caratteristiche:

  • avrà base volontaria, per qualunque cittadino dell’UE, residente, o impresa nell’Unione;
  • sarà ampiamente utilizzabile attraverso i wallets europei di identità digitale configurati come mezzo per identificare gli utenti o per dimostrare determinati attributi personali ad essi collegati, ai fini dell’accesso ai servizi digitali pubblici e privati ​​in tutta l’Unione;
  • consentirà agli utilizzatori di scegliere quali attributi della propria identità, dati e certificati condividere con terze parti e di tenere traccia di tale condivisione. Il controllo dell’utente garantirà, pertanto, che vengano condivise solo le informazioni selezionate.

Conclusione

La Commissione Europea sosterrà l’attuazione del quadro europeo per l’identità digitale attraverso il programma Digital Europe, mentre molti Stati membri hanno già previsto progetti per l’attuazione delle soluzioni di e-government, compresa l’identità digitale europea nei loro piani nazionali di ripresa e resilienza.

Pertanto, parallelamente al processo di revisione legislativa, la Commissione Europea avvierà la collaborazione con gli Stati membri ed il settore privato per la definizione degli aspetti tecnici e dei comuni criteri dell’identità digitale europea.