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DSM, l’ambasciatore Usa Tony Gardner: ‘Ue e Usa partner non rivali’

di A.T. |

La realizzazione del mercato unico digitale, insieme all’accordo T-TIP, 'creerebbe le giuste condizioni per una economia digitale transatlantica robusta in cui le imprese Ue e USA potranno crescere e trovare nuove opportunità'.

Il Governo americano guarda con grande interesse al mercato unico digitale europeo e sostiene la visione che ne è alla base: la creazione delle condizioni regolamentari e di mercato per aiutare le aziende a innovare, collaborare, investire e crescere, proteggendo al contempo i diritti dei cittadini.

È questo, in sintesi, il messaggio di Tony Gardner, ambasciatore Usa presso la Ue che, parlando alla EU Digital Single Market Conference presso il Trans-Atlantic Business Council, ha sottolineato che gli obiettivi Ue miranti a garantire più investimenti nelle reti e maggiori competenze digitali, la digitalizzazione delle industrie tradizionali attraverso una maggiore diffusione della tecnologia, l’armonizzazione delle normative e la riduzione degli ostacoli alle attività commerciali transfrontaliere “sono tutti importanti obiettivi che sosteniamo perché da essi potrebbero trarre vantaggio i consumatori e le imprese, europee e americane”.

La realizzazione del mercato unico digitale, insieme all’accordo T-TIP, ha aggiunto Gardner, “creerebbe le giuste condizioni per una economia digitale transatlantica robusta in cui le imprese Ue e USA potranno crescere e trovare nuove opportunità”.

Gardner si è compiaciuto del fatto che la Commissione, nel dare forma alle sue proposte sul Digital Single Market, abbia accolto le indicazioni del governo e delle aziende americane ma ha anche affermato che gli Usa vigileranno affinché il DSM “non crei inavvertitamente nuove barriere”.

Ue e Usa: partner, non rivali

“La crescita dell’economia digitale transatlantica è impressionante”, ha detto Gardner, secondo cui il governo e le aziende degli Stati Uniti devono essere “partner, non avversari”, con l’obiettivo di rendere il DSM una realtà.

Riferendosi all’espressione “creare condizioni di parità”, Gardner ha quindi sottolineato come questa sia stata troppo spesso usata “…liberamente e opportunisticamente nel dibattito pubblico a suggerire una serie di misure nei confronti di determinate imprese o società senza presentare prove chiare di distorsioni del mercato e senza dimostrare chiaramente che i rimedi proposti avrebbero portato risultati positivi”.

Nella comunicazione sulla strategia per il DSM, la Commissione tuttavia ha scritto: “…Le piattaforme (internet) hanno dimostrato di essere portatrici di innovazione nell’economia digitale e di aiutare le piccole imprese a muoversi online e a raggiungere nuovi mercati”.

Una conclusione che, ovviamente, trova gli Usa d’accordo.  “Molte di queste piattaforme hanno dato importanti contributi alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro in Europa”, ha detto Gardner, riferendosi, in particolare, al mercato delle app – decollato grazie all’app store di Apple ha portato 17 miliardi di ricavi agli sviluppatori Ue – ma anche all’ecosistema di vendita realizzato da Amazon in favore delle PMIU europee. O ancora ai canali Youtube o a Facebook. (Leggi il discorso integrale di Tony Gardner)

“La prospettiva di Tony Gardner è pienamente condivisibile”, ha affermato Luigi Gambardella, presidente dell’associazione ChinaEu.

Con le giuste politiche, lavorando assieme per promuovere standard flessibili e interoperabili, flussi efficienti di dati transfrontalieri, ampliando l’accesso a Internet ad alta velocità, e con regole commerciali Internet-friendly, le nostre economie digitali possono crescere ancora di più”, ha aggiunto Gambardella, dicendosi d’accordo sulla necessità “di creare, tutti insieme, le condizioni normative e di mercato per aiutare le aziende a innovare, collaborare, investire e crescere migliorando al contempo i servizi e la tutela dei cittadini”.