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Droni da guerra: Gran Bretagna terzo paese ad usarli dopo Usa e Israele

MQ-9 landing

Primo attacco di un drone inglese in Iraq contro il Califfato del Nuovo Stato Islamico. Due giorni fa, il drone Reaper della RAF (Royal Air Force) ha lanciato il suo primo attacco in una missione di coalizione nell’area di Baiji, prendendo di mira una zona di raffinerie petrolifere, luogo strategico per il Nuovo Stato Islamico.

La prima volta della Gran Bretagna in Iraq

E’ la prima volta che la Gran Bretagna usa droni in Iraq, ma non la prima volta in assoluto, visto che erano già stati utilizzati (marginalmente) in Afghanistan. Dal Ministero della Difesa inglese non rivelano però quanti droni Reaper sono stati inviati in missione.

“Le caratteristiche dei droni Reaper sono molteplici e funzionali per la missione in Iraq. Grazie ai sensori hi-tech e ai missili con puntamento laser aggiungono un valore importante al nostro arsenale”, ha detto il segretario alla Difesa Michael Fallon.

Il drone MQ-9 Reaper non è il primo a far parte dell’arsenale inglese, che vanta una flotta di UAVS (Unmanned aerial vehicles) da combattimento e sorveglianza seconda per grandezza solo a Stati Uniti e Francia.

Mentre gli USA hanno già avuto modo di usare in modo massiccio i droni da combattimento per la lotta al terrorismo, Londra ha iniziato la sua ‘battaglia hitech’ nell’ottobre 2007 prima della campagna in Afghanistan.

Il budget inglese e il primato Usa

Il Ministero della Difesa ha dichiarato di aver comprato dalla General Atomics tre Reaper da 6 milioni di sterline l’uno, due Predator e 54 Watchkeeper (da sorveglianza) per un totale di 860 milioni di sterline. Poca cosa in confronto agli Usa, che nel 2010 avevano già utilizzato in Medio Oriente 36 droni, diventati 50 nel 2011. Infatti, gli USA si piazzano ancora in prima posizione per utilizzo di droni al posto di aerei e truppe di terra su campi di battaglia, arrivando a un incremento del 600% negli ultimi 4 anni.

L’uso dei droni sta diventando quindi un rigoroso pit-stop nelle politiche governative mondiali. Creando un nuovo mercato molto florido e facendo sì che paesi come la Gran Bretagna investano ingenti capitali.

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