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Draghi e mezzo Governo in Algeria, accordi per gas, idrogeno, infrastrutture e rinnovabili

Draghi porta a casa l’accordo di Algeri sul gas

Nonostante la crisi di Governo in corso, il Presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, è volato in Algeria nei giorni passati per presiedere, assieme al Presidente della Repubblica algerina democratica e popolare Abdelmadjid Tebboune, il IV Vertice intergovernativo Italia-Algeria.

Oggetto dell’incontro: chiedere ad Algeri di aumentare la fornitura di gas al nostro Paese.

A quanto dichiarato nel suo discorso al Vertice Intergovernativo, Draghi sembra essere riuscito ad ottenere subito un aumento pari a 4 miliardi di metri cubi in più rispetto ai recenti accordi firmati dall’Eni con l’operatore locale Sonatrach (9 miliardi di metri cubi in più all’anno fino al 2024).

Si tratta di un’accelerazione rispetto a quanto previsto, e anticipa forniture ancora più cospicue nei prossimi anni. Collaboriamo anche alle forniture e allo sviluppo di fonti rinnovabili, in particolare dell’idrogeno verde e dell’energia solare, eolica e geotermica. La transizione energetica è fondamentale per i nostri Paesi e fondamentale per l’Unione Europea”, ha affermato il nostro Premier.

Algeria primo fornitore italiano

Complessivamente, per il 2022 avremo dall’Algeria un incremento di gas pari a non meno di 6 miliardi di metri cubi, che si andranno a sommare ai 14 miliardi circa che già sono arrivati dall’inizio dell’anno in corso.

Il Paese nord africano ci riforniva prima della guerra in Ucraina con 22 miliardi di metri cubi di gas l’anno. Fino a qualche giorno fa, con 29,6% delle forniture, era il secondo partner italiano dopo la Russia (38%), oggi è praticamente il primo e col tempo tutto lascia pensare che questa posizione sarà consolidata.

Accordi, memorandum e protocolli, le 15 firme

Ma non finisce qui. Draghi ha portato con sé al vertice praticamente mezzo Governo. Sei ministri chiave che hanno firmato diversi accordi, memorandum d’intesa e protocolli di collaborazione.

In tutto 15 documenti strategici, vista la situazione storica attuale, che riguardano la giustizia, la lotta alla corruzione, i lavori pubblici, lo sviluppo sociale e le pari opportunità, la promozione degli investimenti, il supporto alle microimprese, lo sviluppo della farmaceutica, la cooperazione scientifica e la ricerca la cooperazione industriale e tecnologica, la tutela del patrimonio storico e artistico.

Cingolani rafforza la collaborazione su efficienza energetica e rinnovabili

In particolare, il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha firmato un memorandum intesa sulla cooperazione energetica e le fonti rinnovabili, in cui sono previste: “iniziative di cooperazione e partnership economiche per promuovere lo scambio di informazioni, l’assistenza reciproca e la ricerca e sviluppo in materia di energie rinnovabili e di efficientamento energetico, tramite consultazioni, visite di studio e la promozione di investimenti in materia di rinnovabili”.

Il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha firmato un memorandum sulle infrastrutture, “per rafforzare la cooperazione nel settore dei lavori pubblici, e in particolare di strade, autostrade, ponti e altre grandi opere, comprese le infrastrutture portuali e marittime”, è spiegato nel comunicato di Palazzo Chigi.

Di Maio firma per la cooperazione tra imprese, startup, IA e digitale

Il ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio, ha chiuso un altro memorandum per lo sviluppo di un ecosistema innovativo di startup, con l’obiettivo di sviluppare “potenziali iniziative congiunte per promuovere le reciproche esperienze attraverso lo scambio di buone pratiche, la facilitazione della mobilità delle startup tra i due Paesi”.

Sempre Di Maio ha poi firmato una dichiarazione di intenti per la cooperazione scientifica e di ricerca, in diversi settori chiave, tra cui: sicurezza alimentare, sicurezza energetica, intelligenza artificiale e digitalizzazione.

Spicca la mancanza di interesse reciproca probabilmente per le questioni sempre più centrali dell’ambiente, dell’inquinamento e della crisi climatica, che tutte assieme minano la stabilità del Mediterraneo sotto diversi punti di vista (energetico, delle risorse idriche, sanitario, alimentare, militare, sociale).

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