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Dis-integrazione, la questione politica del colore della pelle

Il Washington Post—di proprietà del fondatore di Amazon, Jeff Bezos, e probabilmente il più “politically correct” dei maggiori quotidiani americani—ha recentemente scoperto, scandalizzato, che meno del due per cento dello sperma nelle sperm banks americane proviene da donatori neri. Ci sarebbe dunque il rischio che i figli di aspiranti mamme nere, senza donatori della stessa razza, possano nascere “troppo bianchi”…

James Hansen

Una volta l’obiezione alla miscegenazione—la mescolanza razziale—era un cavallo di battaglia della destra più bieca. È curioso vedere la preoccupazione sul tema passare dall’altra parte dello spettro politico.

L’imbarazzante questione che ne nasce si riallaccia anche al fatto che i neri americani sono, mediamente, già “troppo bianchi”. Secondo un’estesa ricerca apparsa sull’American Journal of Human Genetics: “il genoma dell’afro-americano medio è africano al 72,2%, europeo al 24% e indiano d’America allo 0,8%”.

A complicare ulteriormente la situazione, almeno dal punto di vista ideologico, c’è il problema che a molti neri americani non dispiace affatto la pelle più chiara. È comune tra la popolazione nera femminile l’utilizzo di creme ‘candeggianti’ come la Natural White, l’Ambi Fade Cream ela Clean & Clear Fairness Cream. Si stima infatti che per il 2024 l’utile globale generato dalla vendita di questo tipo di prodotti raggiungerà annualmente più di 31 miliardi di dollari.

Così si arriva al glutatione, un composto antiossidante usato in medicina nelle terapie contro il favismo, come antidoto nei casi di sovradosaggio dell’analgesico paracetamolo e per i casi di avvelenamento da metalli pesanti come mercurio e piombo. Ha inoltre l’effetto interessante di contrastare efficacemente la melanina, la sostanza che rende scura la pelle nera, senza che siano state identificate—finora almeno—pericolose controindicazioni. La questione è ben diversa per le creme candeggianti, molto criticate dal punto di vista medico.

Queste novità—che tanto nuove non sono, visto che già nel 2017 il New York Times aveva avuto modo di lamentarsi per “l’incontrollata” espansione dell’utilizzo del glutatione—cambiano le carte in tavola per quanto riguarda il razzismo ‘classico’ basato sul colore della pelle. Sempre più, dunque, la carnagione diventerà una libera scelta… Il fatto che il ‘popolino’ possa muoversi in ordine sparso per abbracciare la soluzione a un problema—seppure parziale e incompleta—senza attendere le ‘giuste’ misure ideologiche, non è una novità. Né il razzismo stesso finisce qui: la “paura dell’altro” è un sentimento troppo radicato nel carattere umano. Comincia però a esistere la fondata possibilità che, in assenza della pelle ‘sbagliata’, l’umanità dovrà muoversi per scoprire un’altra caratteristica fisica che giustifichi l’odio c

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