Diritto d’autore, sequestrati oltre 643.000 file musicali

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Militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Venezia hanno dato esecuzione ad una perquisizione locale nei confronti di una società ubicata nella provincia di Rovigo avente come oggetto l’attività di music provider, ovvero un’azienda specializzata nel creare e fornire palinsesti musicali personalizzati destinati alle attività commerciali.

Nel corso dell’attività operativa, condotta con la preziosa collaborazione dell’Ufficio Antipirateria e Multimedialità della Direzione Generale della S.I.A.E. di Roma e della F.P.M. (Federazione contro la Pirateria Musicale) di Milano, sono stati sequestrati n. 643.060 file musicali in formato elettronico non in regola con il diritto d’autore, derivanti da un repertorio musicale composto da n. 17.380 brani fruibili simultaneamente dalle società clienti.

Un imprenditore rodigino titolare del music provider è stato denunciato per violazioni alla normativa sul diritto d’autore (Legge 633/1941). Allo stesso è stata comminata anche una sanzione amministrava per un importo di 11.500 euro.

Le indagini della Guardia di Finanza di Venezia, coordinate dalla Procura della Repubblica di Rovigo, traggono origine da una capillare analisi della rete Internet ed in particolare da un meticoloso ed incessante monitoraggio dell’App Store, che ha portato alla luce un numero considerevole di applicazioni web radio, riconducibili ad un unico sviluppatore.

I Finanzieri hanno appurato che il music provider, in violazione della Legge 633/1941, riproduceva, per la successiva trasmissione e/o diffusione, brani musicali registrati preventivamente su un server remoto ubicato in Italia.

Lo stesso infatti non corrispondeva nella giusta misura alla S.I.A.E. (Società Italiana degli Autori ed Editori) il previsto compenso per l’utilizzazione di supporti musicali e quindi, di fatto, non assolveva al pagamento dei diritti d’autore ed alla S.C.F. (Società Consortile Fonografici) il compenso per l’utilizzazione di brani musicali tutelati riprodotti su supporti fonografici, non adempiendo, di fatto, al pagamento dei diritti connessi.

Un’approfondita analisi della documentazione acquisita ha inoltre evidenziato l’esistenza di una attività di radio in store (fornitura di trasmissioni radiofoniche personalizzate per gli esercizi commerciali) esercitata dal music provider per n. 634 punti vendita dislocati su tutto il territorio nazionale, talvolta riconducibili a noti marchi e catene di distribuzione, nonché di una attività di produzione software per 40 applicazioni web radio.

Nel tempo, Il music provider ha omesso di dichiarare agli aventi diritto e in particolare alla S.I.A.E. l’esatto numero delle società clienti.

Gran parte dei 634 punti vendita individuati è risultata, a sua volta, non in regola con le vigenti normative sul diritto d’autore. In particolare 533 punti vendita sono risultati privi di licenza per i diritti connessi (S.C.F.) e 228 punti vendita privi di licenza S.I.A.E.