Pirateria e Streaming

Diritto d’autore, in Francia giro di vite sullo streaming illegale

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L’Hadopi prepara una controffensiva contro lo streaming illegale e chiede aiuto agli advertiser e ai fornitori di servizi di ePayment.

Lo streaming è ormai sempre più diffuso ma accanto ai servizi legali sono sempre di più i siti che offrono contenuti in violazione del diritto d’autore.

E così, nella giornata in cui sbarca in Francia la più popolare piattaforma di video streaming legale, l’americana Netflix, l’Hadopi annuncia un nuovo giro di vite sulla pirateria.

Nel mirino dell’Alta Autorità c’è appunto lo streaming illegale di opere protette da copyright.

L’obiettivo è di lanciare un’offensiva attraverso “l’identificazione certa dei servizi online di comunicazione rivolti al pubblico che distribuiscono massicciamente opere senza la previa autorizzazione dei titolari dei diritti”.

In questa operazione, l’Hadopi ha deciso di coinvolgere anche gli adertiser e i fornitori di servizi di ePayment in modo da agire sui ricavi di questi siti, che praticano pesantemente pirateria, o comunque ostacolare la loro attività.

L’Hadopi, istituita nel 2010, è incaricata di contrastare in particolare il downloading illegale che avviene attraverso i sistemi di peer-to-peer (P2p).

Ma dalla sua nascita oggi sono cambiate tante cose e ha preso sempre più piede lo streaming che permette di guardare video o ascoltare brani musica senza doverli scaricare.

Questa nuova modalità di fruizione dei contenuti è di natura completamente diversa rispetto al P2p illegale contro il quale l’Hadopi aveva messo in campo il sistema di risposta graduale, i famosi tre strike.

Oggi le mutate condizioni necessitano di nuovi strumenti e quindi anche di un allargamento delle competenze affidate all’Hadopi.

Nel 2013 quasi un terzo degli utenti internet (28,7%), ha consultato almeno una volta al mese un sito pirata di serie Tv e film, raggiungendo il picco dal 2009, secondo i dati di un Report pubblicato la scorsa settimana dall’Associazione di lotta alla pirateria audiovisiva (Alpa).

Lo scorso anno, 13,2 milioni di persone sono entrate ogni mese in almeno un sito dedicato alla contraffazione audiovisiva, vale a dire il 15,8% in più rispetto al 2009, stando allo stesso Rapporto che non considera i dati di YouTube e DailyMotion.

Cifre che erano leggermente diminuite nel 2011-2012 a circa 12,4 milioni, per poi tornare repentinamente a crescere nel 2013.