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Diritto all’oblio: Google ‘sommersa’ da 145 mila richieste solo in Europa

Diritto all'oblio

Il diritto all’oblio (Scheda) continua a creare non pochi problemi ai motori di ricerca chiamati ad allinearsi alla sentenza della Corte di Giustizia Ue del maggio scorso che ha stabilito anche per loro la responsabilità della rimozione dei link ritenuti dagli utenti obsoleti o non pertinenti.

Le richieste sono esplose. Google, nel suo Rapporto di venerdì, ha detto d’aver ricevuto in Europa 145 mila domande in quattro mesi. Il problema va gestito e anche in modo urgente.

Nella sua audizione al Parlamento Ue, il neo Commissario al Mercato Unico Digitale, Andrus Ansip, lo ha detto chiaramente: “Il diritto all’oblio deve essere l’eccezione e non la regola“.

E mentre i Garanti Privacy Ue sono già al lavoro per predisporre delle Guide Lines che permetteranno di orientarsi in questa spinosa maniera, le richieste continuano ad aumentare.

In quattro mesi, Google ha ricevuto in Europa precisamente 144.954 richieste in nome del diritto all’oblio con la conseguente eliminazione di 497.695 pagine web dal motore di ricerca. Nel giorno in cui Google ha messo online il modulo per la richiesta di rimozione dei link le domande sono schizzate a 12 mila per continuare a crescere.

Il gruppo sostiene di aver levato dall’indicizzazione il 58,2% degli indirizzi segnalati.

Stando ai dati forniti dalla compagnia di Mountain View, i francesi e i tedeschi sono in Europa i più preoccupati della loro identità digitale.

Dalla Francia ha ricevuto 28.912 richieste e dalla Germania 24.979.

Questa massiccia ondata di domande risponde al diffuso timore tra utenti europei che venga violata la propria privacy e compromessa la propria reputazione online, paura alimentata anche da una certa ‘diffidenza’ nei confronti degli Stati Uniti dopo lo scandalo del Datagate e di Google in particolare.

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