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Diritti Serie A, svolta calcio in chiaro: Rai, Mediaset e Discovery ci pensano. Telco fuori gioco?

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È stato approvato ieri dalla Lega serie A del presidente Lorenzo Casini il bando per i diritti tv dal 2024-’25 fino al 2028-29’. Tante le opzioni a disposizione: tra gli otto pacchetti c’è l’ipotesi di una gara in chiaro al sabato sera con le altre nove partite della giornata in esclusiva con un altro soggetto. Interessate Rai, Mediaset e Discovery. I broadcaster potranno acquistare i diritti per 3, 4 o anche 5 anni. Difficile invece immaginare la partecipazione al bando delle telco (Tim, Vodafone, WindTre e Iliad), che navigano in acque agitate, alle prese con la contrazione dei ricavi e gli investimenti per il 5G che stentano a decollare. Tanto più che l’avventura di Tim con DAZN, tramite Timvision, ha portato risultati inferiori alle attese. Ma mai dire mai.

L’obiettivo della Lega: 1,2 miliardi a stagione

L’obiettivo della Lega di Serie A è coinvolgere il maggior numero di broadcaster possibile per raggiungere l’obiettivo ottimale di incassare 7,2 miliardi di euro in cinque anni, con la possibilità di trasmettere anche una partita in chiaro il sabato sera. Il valore fissato di una singola stagione è di 1,2 miliardi di euro, difficile immaginare un unico player disposto, o meglio in grado, a spendere da solo una somma del genere.

La Lega mantiene anche le opzioni di vendita agli intermediari indipendenti e la creazione del canale con un partner finanziario in un accordo da 10 anni.

Bando matrioska

Il nuovo bando della Serie A contiene 8 pacchetti con diverse configurazioni al loro interno, su base triennale, quadriennale e quinquennale. Il prezzo minimo sarà di 1,2 miliardi di euro annui per l’offerta sui tre anni, che salirà del 10% nel caso di vendita a quattro anni e di un ulteriore 10% nel caso di vendita a cinque anni.

Definito a ‘matrioska’, il prospetto, ha spiegato l’ad della Lega Luigi De Siervo, formula varie ipotesi di configurazione che vogliono essere attrattive per diversi broadcaster, tirando fuori il massimo dal prodotto.

In chiaro il match del sabato sera?

Si parte ad esempio dalla condivisione di 10 match, con 5 gare in esclusiva ad una emittente e 5 ad una seconda, ma anche l’opzione con 9 partite suddivise tra due emittenti e la decima sfida che può essere trasmessa anche in chiaro da un terzo broadcaster ha un grande potenziale. Perché, ha rilevato il manager, “il calcio in chiaro non è più un tabù”, con il successo della Coppa Italia e del Mondiale in Qatar (senza dimenticare il derby di Champions Milan-Inter) che ha certamente risvegliato l’interesse teorico di Rai e Mediaset, ma anche Warner Bros. Discovery.

Il valore di una partita in chiaro per una stagione? Pari a circa 180 milioni di euro a stagione. E la tv di stato sovranista ci penserebbe seriamente: in fondo, un anno costerebbe come un Mondiale.

Si prosegue poi con l’opzione di tre giornate interamente vendute ad una emittente e le altre 35 suddivise tra altri due operatori. Sono presenti poi altri pacchetti ispirati al vecchio bando, come l’opzione 7+3 ma anche versioni di offerta più spinte sull’esclusiva, come quella 8+2 ma anche 9+1, dove però chi compra la singola partita si aggiudica un match pregiato.

Player interessati

Secondo quanto scrive Repubblica, le tv avranno un prodotto più ricco: debutteranno immagini speciali, dall’interno dei pullman che portano le squadre allo stadio. Dazn sembra interessata a prendere 6-7 gare in esclusiva, lasciando le altre 3-4 a un soggetto come Amazon. Ma anche Sky tornerà in partita con forza. Per questo non è da escludere la co-esclusiva di 9 match tra le due tv”.

Il presidente della Lega Lorenzo Casini ha detto che: “Abbiamo scelto di uscire con 8 pacchetti diversi, con percorsi su misura per i broadcaster, si va verso una condivisione piena delle 10 gare, con due soggetti che potranno trasmettere tutte le partite”, ha detto Casini.

Ma la grande novità è la possibilità di trasmettere una partita in chiaro, il sabato sera.

Tempi del bando

Il bando sarà pubblicato la settimana prossima. I broadcaster avranno tempo fino al 20 giugno per presentare la propria offerta. Se, come accaduto nelle ultime aste, le prime proposte dovessero essere ritenute al di sotto del prezzo minimo stabilito, partirebbero le trattative private tra Lega ed emittenti. Sullo sfondo resta sempre anche l’ipotesi del canale di Lega.

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