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Digitale di seconda generazione, Sigismondi (Tivù): “Meno frequenze, ma più qualità. Entro 5 anni passaggio al multipiattaforma”

A partire dal 20 giugno 2022, la ricezione dei programmi TV sarà possibile esclusivamente con apparecchi televisivi o decoder per il digitale terrestre di nuova generazione, ossia dotati dei nuovi standard trasmissivi e di codifica (DVBT-2, Digital Video Broadcasting Terrestrial 2).

Inoltre, come è stato spiegato dal Tavolo di coordinamento TV 4.0 del ministero dello Sviluppo economico (Mise), già dal 1° settembre 2021, soltanto i televisori e i decoder di prima generazione, ossia quelli che non permettono la visione di programmi in alta definizione (HD) dovranno essere sostituiti.

Il motivo di questa ulteriore transizione digitale della nostra televisione è nella necessità strategica di liberare alcune frequenze, ora destinate alle trasmissioni televisive, per consentire lo sviluppo della rete 5G.

Digitale terrestre di seconda generazione, cosa cambia

Questa volta si tratta di un cambiamento qualitativo, più semplicemente, di passare a una tecnologia più efficiente”, ha spiegato in un’intervista al Corriere della Sera Alberto Sigismondi, consigliere di Tivù Srl, società partecipata Rai, Mediaset, Telecom Italia, Associazione TV Locali e Aeranti Corallo per la promozione del digitale terrestre e proprietaria della piattaforma satellitare gratuita Tivusat.

Dal punto di vista degli utenti — ha affermato Sigismondi — questo cambiamento porterà un concreto miglioramento della qualità visiva e sonora. Ma in Italia c’è ancora un’alta percentuale di televisori che non sono in grado di supportare un livello tecnologico così alto”.

Su un totale di 40 milioni di apparecchi, stando alle rilevazioni fatte dall’Auditel per le prime case, 9 milioni non supportano ancora l’Hd. Per i broadcaster è importante riuscire a raggiungere anche questa fetta di utenti”, ha aggiunto il consigliere di Tivù.

L’obiettivo è che il passaggio al nuovo digitale terrestre sia il più indolore possibile. Sul satellite si comincia prima: alcuni editori di Tivùsat hanno deciso di fare da apripista, anticipando a gennaio 2021 lo spegnimento della versione sd (quindi non hd) di alcuni canali”, ha ricordato.

Tra questi ci saranno Cielo e La8 di Sky, ma anche 9, Dmax, Real Time, K2 e Frisbee, La7hd e Tv2000: “Da settembre 2021 il passaggio riguarderà anche gli altri canali: probabilmente i generalisti Mediaset e quelli Rai”, ha aggiunto Sigismondi.

Prossimo passo la TV multipiattaforma

Riguardo al cambiamento in atto, ha suggerito Sigismondi nell’intervista, “si è sviluppata a e continuerà a svilupparsi una fruizione dei contenuti via IP. La direzione è quella di una moltiplicazione delle piattaforme. Per cui i nuovi standard qualitativi delle emittenti, a fronte di una minor quantità di frequenze, renderanno l’intero sistema più competitivo”.

Commentando gli scenari futuri, infine, il consigliere tivùsat ha sostenuto: “è verosimile che tra 4 o 5 anni cominci il passaggio verso un vero scenario multipiattaforma”.

Scenario che si caratterizza per “ maggiore qualità video, già da ora, ma anche per il broadcast via IP, che è la piattaforma bidirezionale per eccellenza, con cui l’utente potrà intervenire sul contenuto stoppando il programma, riprendendolo in un secondo momento, oltre alla fruizione in continua crescita dello streaming”.

In questo orizzonte di frequenze da liberare e nuove tecnologie da lanciare, il satellite potrà rappresentare un ambito di crescita e innovazione, ma anche di inclusione.

Oggi più di 6 milioni di italiani accedono alla piattaforma satellitare gratuita tivùsat, con un’offerta di oltre 150 canali tv e radio (118 televisivi e 45 radiofonici), di cui 55 in qualità HD e 7 in 4K.

Tivùsat ha pubblicato in rete una guida al DVBT-2 proprio per tutelare i propri utenti ed accompagnarli nella transizione: spiegando l’importanza del digitale di seconda generazione, presentando le nuove tecnologie, offrendo nuovi strumenti di garanzia, come il bollino multipiattaforma, e informando sulla richiesta e l’utilizzo del bonus TV.

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