Normativa

Digital Networks Act, cosa c’è nella nuova riforma Ue delle telecomunicazioni

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In Europa il nuovo quadro normativo del mercato delle comunicazioni europee dal 5G allo spettro, passando per la governance. Il nuovo regolamento è atteso entro fine anno e le consultazioni in atto sul DNA sono il terreno su cui si può tentare di intervenire.

Lo scorso 6 giungo la Commissione Ue ha lanciato una consultazione pubblica molto attesa sulla sua proposta di Digital Networks Act (DNA), la regolazione in arrivo destinata a rimodulare il quadro normativo delle comunicazioni elettroniche.

Si tratta di una iniziativa importante nell’ottica di un profondo aggiornamento delle regole di gestione delle reti e delle infrastrutture digitali, la più importante dalla pubblicazione del nuovo codice delle comunicazioni elettroniche del 2018. La consultazione è aperta fino all’11 luglio.

Il 17 giugno la Commissione ha avviato un’altra consultazione pubblica separata per la revisione della sua raccomandazione sui mercati rilevanti nei mercati delle comunicazioni elettroniche.

La Commissione ha fissato per il 10 dicembre per la pubblicazione di un pacchetto digitale che includerà il DNA e possibilmente anche la raccomandazione rivista.

Le due consultazioni in corso rappresentano un’occasione per le aziende di influenzare il futuro dell’infrastruttura digitale e delle comunicazioni elettroniche del Vecchio Continente.

Background

Il quadro attuale delle telecomunicazioni europee si è sviluppato negli ultimi 30 anni all’insegna delle liberalizzazioni ed è culminato nel 2018 con il nuovo codice europeo delle comunicazioni elettroniche, finalizzato ad armonizzare le regole negli Stati membri e a spingere per una maggiore concorrenza e maggiori investimenti in infrastrutture.

Tuttavia, il sistema resta frammentato, perché le diverse normative nazionali sono un ostacolo alla creazione di un mercato unico digitale e impediscono il libero flusso di operazion e attività transfrontaliere. La prima conseguenza è uno sviluppo lento e a macchia di leopardo delle reti ad altissima capacità 5G e fibra, mentre le politiche di allocazione dello spettro variano di molto da paese a paese.

Per ovviare a questi problemi, già l’ex Commissario per il Digitale Thierry Breton ha indicato una nuova direzione nel suo Libro bianco del 2024 “Come gestire le esigenze infrastrutturali digitali dell’Europa?”, delineando una visione per un mercato delle telecomunicazioni integrato e resiliente in grado di accelerare l’implementazione della fibra ottica e del 5G/6G, eliminare le barriere agli investimenti e migliorare l’accesso dei consumatori, in particolare nelle aree rurali e in digital divide. Inoltre, secondo il documento “invito a presentare contributi” della Commissione del 6 giugno, il recepimento del nuovo codice europeo delle comunicazioni elettroniche e delle precedenti direttive nel diritto nazionale ha spesso portato a una regolamentazione eccessiva. A differenza delle precedenti direttive sulle telecomunicazioni, si prevede che la DNA sia un regolamento e quindi direttamente applicabile in tutta l’UE.

Caratteristiche principali del nuovo quadro normativo

La DNA mira a ridurre gli oneri normativi e gli obblighi di segnalazione fino al 50%, armonizzare i regimi di autorizzazione e consolidare quadri normativi come il nuovo codice europeo delle comunicazioni elettroniche, il regolamento dell’Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche (BEREC), la regolamentazione dell’Internet aperta e il programma sulla politica dello spettro radio in un’unica struttura unificata.

Per quanto riguarda la gestione dello spettro, la DNA potrebbe standardizzare le politiche transfrontaliere, estendere la durata delle licenze e supportare un’allocazione efficiente dello spettro 6G. Cerca inoltre di affrontare gli ostacoli alle operazioni transfrontaliere, garantendo condizioni eque per gli operatori satellitari.

Inoltre, si sta valutando un passaggio a un sistema normativo più dinamico. La questione centrale è se il modello attuale, ovvero una regolamentazione ex ante asimmetrica per il settore, debba essere sostituito da norme ex post, come il diritto della concorrenza, mantenendo la regolamentazione ex ante soltanto in caso di persistente fallimento del mercato.

Secondo il modello proposto, le misure ex ante potrebbero essere imposte selettivamente dalle autorità di regolamentazione nazionali, laddove sussistano preoccupazioni in materia di concorrenza, a seguito di un’analisi di mercato basata sull’attuale “test dei tre criteri” e su una definizione del mercato geografico, soggetta a revisione da parte della Commissione, del BEREC e delle autorità di regolamentazione nazionali.

Potere di veto di Bruxeless

La Commissione manterrebbe il potere di veto su tali decisioni nazionali. Mentre alcune associazioni europee delle telecomunicazioni, ad esempio la European Competitive Telecommunications Association (ECTA), che rappresenta i concorrenti, hanno sottolineato la necessità di proseguire con la regolamentazione ex ante, le associazioni che rappresentano i maggiori operatori di telecomunicazioni europei, ad esempio la Global System for Mobile Communications Association (GSMA), hanno accolto con favore l’iniziativa DNA e sottolineato la necessità di armonizzazione e semplificazione.

Un’area chiave del dibattito in questo contesto è il futuro della Raccomandazione della Commissione sui mercati rilevanti delle comunicazioni elettroniche. Questo strumento di soft law definisce quali mercati sono soggetti a regolamentazione ex ante e dovrebbe essere esaminato attentamente dalle autorità di regolamentazione nazionali delle telecomunicazioni. Dei diciotto mercati candidati iniziali, definiti nel 2003, solo due rimangono elencati dall’ultima revisione della Raccomandazione nel 2020, e un altro processo di revisione è appena iniziato. Il 17 giugno la Commissione ha avviato una consultazione pubblica specifica a tal fine, che durerà fino al 17 settembre.

I mercati elencati nella Raccomandazione svolgono un ruolo fondamentale nel consentire ai nuovi entranti di competere, garantendo loro l’accesso all’infrastruttura di rete degli operatori storici a condizioni eque. Ulteriori cancellazioni di mercati dalla Raccomandazione potrebbero pertanto indebolire i meccanismi di sostegno mirati all’ingresso nel mercato e alla concorrenza.

Capitolo fair share

Un’altra questione controversa sollevata nella consultazione riguarda la cosiddetta “equa ripartizione” (fair share). La questione in gioco è se i grandi fornitori di contenuti e applicazioni che rappresentano una quota significativa del traffico di rete, come le piattaforme di streaming o cloud, debbano essere tenuti a contribuire finanziariamente ai costi dell’infrastruttura di comunicazione elettronica sottostante. Mentre gli operatori di telecomunicazioni hanno sostenuto che questo contributo contribuirebbe a garantire investimenti sostenibili nelle reti, i gruppi per i diritti digitali e le aziende tecnologiche avvertono che un tale modello potrebbe minare la neutralità della rete e creare oneri ingiusti per i fornitori di servizi digitali. La consultazione pubblica cerca prove sulle implicazioni economiche e legali di tali meccanismi di ripartizione dei costi.

Sostenibilità ambientale

La sostenibilità è un altro pilastro fondamentale della consultazione e si attendono feedback su misure come gli obblighi di rendicontazione ambientale, l’etichettatura ecologica per le apparecchiature e i piani per accelerare il passaggio dal rame alla fibra ottica attraverso una data di eliminazione graduale a livello UE. Le parti interessate sono invitate a fornire contributi sull’armonizzazione dei prodotti in fibra ottica e sull’accesso semplificato alle infrastrutture tra gli operatori. Prospettive e spunti chiave per le imprese

La DNA è destinata a essere una delle riforme più significative nel settore delle telecomunicazioni dalla sua liberalizzazione. Con una proposta legislativa prevista per la fine del 2025 e un processo di adozione e attuazione che probabilmente si svolgerà nell’arco di diversi anni, le imprese che operano nel settore della connettività, dei servizi digitali, dello sviluppo delle infrastrutture e in settori correlati dovrebbero iniziare a prepararsi per il futuro fin da ora.

La DNA non è solo una riforma della normativa sulle telecomunicazioni, ma il modello di come funzionerà la dorsale digitale europea nei decenni a venire. Le due consultazioni pubbliche in corso, sulla DNA e sulla Raccomandazione, saranno valutate ed elaborate congiuntamente dalla Commissione entro la fine dell’anno.

Le aree di intervento in sintesi

  1. Semplificazione – La DNA potrebbe mirare a:
    o Ridurre gli obblighi di segnalazione esistenti (fino al 50%) ed eliminare gli oneri normativi superflui (ad esempio, i requisiti per i fornitori di servizi business-to-business e servizi IoT) e riorientare gli obblighi di Servizio Universale sugli aspetti di accessibilità economica;
    o Abrogare e riformulare vari strumenti legislativi correlati (ad esempio, EECC, Regolamento BEREC, Regolamento sull’Internet aperta, Programma sulla politica dello spettro radio);
    o Introdurre un regime di autorizzazione semplificato e un insieme ridotto e più armonizzato di condizioni di autorizzazione comuni, in modo che gli operatori possano operare più facilmente a livello transfrontaliero, e promuovere il coordinamento e l’attuazione comune di altri requisiti applicabili ai fornitori (ad esempio, sicurezza e applicazione della legge);
    o Armonizzare le norme di tutela degli utenti finali;
    o Creare un terreno più fertile per il consolidamento paneuropeo/transfrontaliero delle telecomunicazioni.
  2. Spettro – La DNA potrebbe proporre:
    o Rafforzare la procedura di revisione tra pari, garantire un’autorizzazione tempestiva dello spettro sulla base di una tabella di marcia in continua evoluzione e definire procedure e condizioni comuni per l’autorizzazione nazionale dello spettro;
    o Una durata più lunga delle licenze e rinnovi più semplici, e orientare la progettazione delle aste dello spettro verso l’efficienza dello spettro e l’implementazione della rete come base per l’introduzione anticipata del 6G;
    o Autorizzazione flessibile, inclusa la condivisione dello spettro (in linea con i principi del diritto della concorrenza dell’UE) e agevolare le richieste di armonizzazione dello spettro;
    o Rafforzare la sovranità e la solidarietà dell’UE in materia di armonizzazione dello spettro e nella gestione delle interferenze transfrontaliere provenienti da paesi terzi; e
    o Stabilire condizioni di parità per le costellazioni satellitari utilizzate per accedere al mercato UE. Separatamente, la Commissione europea sta anche lanciando un invito parallelo a presentare contributi sulla revisione del quadro normativo dell’UE per la concessione di licenze per lo spettro dei servizi mobili via satellite (MSS).
  3. Parità di condizioni (Levele playing field) – la DNA potrebbe includere:
    o la creazione di una cooperazione efficace tra gli attori dell’ecosistema di connettività più ampio (ad esempio, servizi cloud e fornitori di infrastrutture), conferendo alle ANR/BEREC il potere di facilitare la cooperazione (ad esempio, attraverso un meccanismo di risoluzione delle controversie) a determinate condizioni e in casi debitamente giustificati; e
    o un chiarimento delle norme sull’Internet aperta relative ai servizi innovativi (come ad esempio il network slicing e la connettività in volo), ad esempio attraverso orientamenti interpretativi, pur preservando pienamente i principi dell’Internet aperta.
  4. Regolamentazione dell’accesso – la DNA potrebbe proporre:
    o l’applicazione di una regolamentazione ex ante (ovvero condizioni di accesso a livello nazionale) dopo la valutazione dell’applicazione di misure simmetriche (ad esempio, il Gigabit Infrastructure Act o altre forme di accesso simmetrico già esistenti) solo come misura di salvaguardia, a seguito di un’analisi di mercato basata sul test dei tre criteri esistente e su una definizione del mercato geografico, e soggetta alla revisione della Commissione, del BEREC e di altre ANR, con la Commissione che mantiene il potere di veto; o Semplificare e aumentare la prevedibilità delle condizioni di accesso introducendo uno o più prodotti di accesso armonizzati a livello paneuropeo con caratteristiche tecniche predefinite, che rappresenterebbero un rimedio predefinito imposto agli operatori con un significativo potere di mercato in caso di individuazione di problemi di concorrenza; e
    o Accelerare lo switch-off del rame fornendo un insieme di strumenti per la copertura in fibra e piani nazionali di switch-off del rame, e fissando una data predefinita per lo switch-off del rame a livello UE, insieme a un meccanismo di deroga per proteggere gli utenti finali privi di alternative adeguate.
  5. Governance: al fine di rafforzare la dimensione del Mercato Unico, la DNA potrebbe valutare una governance UE rafforzata con una capacità amministrativa e regolamentare adeguata (competenze consultive o decisionali), rafforzando i rispettivi ruoli del BEREC, dell’Ufficio BEREC e dell’RSPG per affrontare diversi compiti paneuropei e promuovere il mercato unico digitale.
    La Commissione sta effettuando ampie consultazioni per raccogliere informazioni e garantire che l’interesse pubblico sia adeguatamente rispecchiato nella progettazione della DNA. Inoltre, sono già state svolte numerose attività di consultazione a Bruxelles e a livello nazionale, anche attraverso tre studi commissionati a consulenti esterni, che coprono i seguenti ambiti:
  • Facilitatori normativi per le reti transfrontaliere/completamento del mercato unico;
  • Politica di accesso, inclusa la revisione della Raccomandazione sui mercati rilevanti e la revisione delle disposizioni in materia di accesso dell’EECC; e
  • Questioni di finanziamento, incluso il futuro del servizio universale.

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