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Digital Markets Act, come funzionano le nuove regole Ue per limitare le Big Tech Usa

Le nuove regole Ue per limitare lo strapotere dei Gafam Alphabet (Google), Amazon, Apple, Meta (Facebook) e Microsoft e un pugno di altri player digitali come Booking.com e TikTok saranno un benchmark normativo globale che costringerà i giganti del tech ad essere creativi e a cambiare registro in molti casi.

Il DMA si applicherebbe alle imprese con un valore di mercato superiore a 75 miliardi di euro, un fatturato annuo di 7,5 miliardi di euro e almeno 45 milioni di utenti mensili.

Il nuovo pacchetto di regole DMA (Digital Markets Act) fortemente voluto dalla commissaria Antitrust Margrethe Vestager ha ottenuto il via libera degli stati Ue e servirà per dare nuovi poteri alle autorità europee per contrastare ex ante i giganti del web. La novità non è secondaria, perché l’Antitrust ue potrà d’ora in poi intervenire a priori, senza bisogno di avviare indagini che spesso durano anni.

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Il DMA fissa una serie di paletti che mira al core business delle big tech.

Il giro di vite voluto dalla Vestager alla legislazione è arrivato in seguito alla frustrazione per le lente indagini antitrust che forniscono rimedi criticati dai rivali perché giudicati troppe volte insufficienti, con Google spesso citato come esempio nonostante sia stato colpito con oltre 8 miliardi di euro di multe.

Secondo alcuni esperti interpellati dalla Reuters, le nuove regole potrebbero spingere le big tech a rinnovare i loro modelli di business per adeguarsi alle nuove regole.

Il DMA, secondo alcuni esperti, potrebbe apportare indirettamente un premio ai modelli di business basati su abbonamenti o monetizzazione a livello di dispositivo. In futuro potremmo vedere più prezzi (aumentati) e un’integrazione verticale nell’hardware

Di certo, per mettere in pratica il DMA ci vorrà una squadra più ampia del piccolo team di un’ottantina di persone immaginato dalla Commissione Ue.

Chi sarà responsabile del DMA in seno alla Commissione Ue?

Un’altra domanda per ora senza risposta è chi all’interno della Commissione sarà responsabile di far rispettare il nuovo pacchetto di regole.

Secondo alcune critiche, soltanto la DG COMP (funzionari della concorrenza) ha la conoscenza e l’esperienza tecnica e industriale nel trattare con tali società per applicare efficacemente la DMA. Se altri membri della Commissione, come la DG Connect (funzionari digitali), dovessero far rispettare il DMA, sarebbe lettera morta, sostengono alcuni esperti.

Secondo altre voci, la DMA è soltanto il primo passo per costringere le big tech a giocare pulito.

Di certo, i gatekeeper tenteranno di aggirare i paletti fissati dal nuovo pacchetto normativo. In altre aprole, si attende l’avvento di nuove norme per regolare il mondo digitale. Ma il DMA è intanto una prima pietra.  

Nuovo benchmark

La nuova regolamentazione, che secondo il ministro al Digitale francese Cédric O rappresenta “la normativa economica più importante degli ultimi decenni”, potrebbe avere delle conseguenze internazionali non secondarie.

“L’accordo inaugura una nuova era della regolamentazione delle tecnologie nel mondo intero. La legge sui mercati digitali mette fine alla dominazione sempre più grande delle grandi aziende tecnologiche”, ha detto l’estensore del documento Andreas Schwab.

Il regolamento, che dovrebbe entrare in vigore a gennaio 2023, segna un cambio di filosofia nella lotta contro gli abusi delle grandi piattaforme.

Dopo anni a rincorrere le diverse infrazioni delle grandi multinazionali del tech, in procedure giudiziarie senza fine, Bruxelles vuole agire in anticipo, fissando una ventina di regole ben definite sotto minaccia di sanzioni. Agire in fretta, quindi, prima che gli abusi anticoncorrenziali abbiano luogo.

Oltre ai Gafam, lista dei grandi gatekeeper da assoggettare alla normativa deve essere ancora completata secondo criteri già fissati e legati in particolare ai fatturati, alla capitalizzazione di borsa e al numero di utenti.

Di certo, ci saranno delle conseguenze pesanti per le aziende.

Apple “preoccupata”

In una replica fatta all’agenzia AFP, Apple si è detta “preoccupata” “da alcune disposizioni che creeranno delle inutili vulnerabilità in materia di confidenzialità e sicurezza per i nostri utenti, mentre altre ci impediranno di far pagare la proprietà intellettuale su cui noi investiamo molto”.

Verrà introdotta una libera scelta degli store di applicazioni software, che consentirà in particolare di aggirare l’App Store di Apple, da tempo nel mirino della Commissione.

“Sebbene sosteniamo molte delle ambizioni della DMA sulla scelta dei consumatori e sull’interoperabilità, rimaniamo preoccupati per i potenziali rischi per l’innovazione e la varietà di scelte offerte agli europei”, ha detto un portavoce ad AFP di Google, che afferma di voler studiare il testo

La normativa stabilisce il controllo della Commissione su tutte le acquisizioni di questi colossi, indipendentemente dalle dimensioni dell’obiettivo, per limitare la cattura dell’innovazione delle start-up ed evitare acquisizioni con l’unico scopo di uccidere un concorrente.

Una ventina di regole

In tutto, stabilisce una ventina di regole per arginare gli abusi osservati negli ultimi anni.

Pertanto, alle principali piattaforme sarà vietato mostrare favoritismi nei confronti dei propri servizi nei risultati dei motori di ricerca, come è stato accusato di fare Google con il suo sito di vendita online Google Shopping.

La nuova legge impedirà a questi giganti di utilizzare e sfruttare i dati generati sul loro sito dai clienti aziendali per competere meglio con loro, come è stato accusato di fare Amazon.

Il testo, che è stata una delle principali priorità della Presidenza francese del Consiglio dell’UE, proteggerà ulteriormente gli utenti rendendo obbligatorio il loro consenso per l’incrocio dei dati provenienti da diversi servizi online a fini di profilazione pubblicitaria.

Eviterà l’imposizione di software preinstallato su computer o telefoni, come browser o applicazioni musicali, e faciliterà l’uso di prodotti alternativi.

il Parlamento Europeo ha ottenuto anche l’aggiunta dell’interoperabilità dei servizi di messaggistica che consentirà, ad esempio, a un utente di Signal di comunicare con un contatto tramite WhatsApp (Meta).

Sono previste sanzioni fino al 10% delle vendite globali in caso di violazione e anche al 20% in caso di recidiva.

L’Unione Europea sta mettendo in atto “obblighi immediatamente applicabili, scadenze brevi e rigide (per correggere eventuali mancanze) e sanzioni dissuasive”, ha sintetizzato il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, che ha presentato questo progetto a dicembre 2020 con il suo omologi alla Concorrenza, Margrethe Vestager.

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