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Digital markets act in Gazzetta Ufficiale dell’Ue, entrerà in vigore tra un mese

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Il regolamento entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea e si applicherà a decorrere dal 2 maggio 2023, ma alcuni articoli chiave si applicheranno già da novembre 2022. Occhi puntati ora sul Digital service act.

La Digital markets act pubblicata in GU UE

Alla fine, il lungo percorso di approvazione della nuova normativa sui mercati digitali europei (Digital markets act, o Dma) si è concluso, con la pubblicazione del dispositivo di legge sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione.

Come si legge nel testo, il regolamento entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea e si applicherà a decorrere dal 2 maggio 2023.

Tuttavia, è precisato, “l’articolo 3, paragrafi 6 e 7, e gli articoli 40, 46, 47, 48, 49 e 50 si applicano a decorrere dal 1° novembre 2022 e gli articoli 42 e 43 si applicano a decorrere dal 25 giugno 2023”.

Una legge attesa da anni che mira a rendere il settore digitale europeo più equo e competitivo.

Che cos’è il Dma e a che serve

Il Digital markets act è uno scudo legislativo che consentirà di evitare pratiche commerciali dannose, messe in pratica soprattutto dagli operatori più grandi del mercato, le Big Tech, con il fine ultimo di creare uno spazio economico più equo e più contendibile per i nuovi operatori e le imprese europee. Tali norme sono fondamentali per stimolare e sbloccare i mercati digitali, rafforzare la libertà di scelta dei consumatori, consentire una migliore ripartizione del valore nell’economia digitale e stimolare l’innovazione.

Seguendo queste linee, di fatto si farà in modo che nessuna piattaforma online di grandi dimensioni, che si trova in una posizione di “gatekeeper“, nei confronti di un gran numero di utenti, come nel caso di Alphabet (Google), Amazon, Apple, Meta (Facebook) e Microsoft, abbia modo di abusare di tale posizione a scapito delle imprese che desiderano accedere a tali utenti.

I gatekeeper dovranno garantire agli utenti il diritto di annullare l’abbonamento ai servizi di piattaforma di base a condizioni analoghe a quelle dell’abbonamento, non imporre software (come i browser web) per impostazione predefinita all’installazione del sistema operativo, garantire l’interoperabilità delle funzionalità di base dei loro servizi di messaggistica istantanea.

Non solo, le piattaforme dovranno consentire agli sviluppatori di applicazioni di accedere alle funzionalità ausiliarie degli smartphone (ad esempio chip NFC) a condizioni di parità, dare ai venditori l’accesso ai loro dati di prestazione marketing o pubblicitaria sulla piattaforma e informare la Commissione europea in merito alle acquisizioni e fusioni da essi realizzate.

In caso di violazione di una o più di queste norme, il gatekeeper rischia un’ammenda fino al 10% del suo fatturato totale a livello mondiale. In caso di recidiva, potrà essere irrogata un’ammenda fino al 20% del fatturato mondiale.

Attesa ora per l’ultimo miglio della Digital services act

Altro passaggio fondamentale per la creazione non solo di un mercato unico, ma anche di un vero e proprio ecosistema digitale più sicuro e inclusivo, è la pubblicazione in GU UE della legge sui servizi digitali (Digital services act, o Dsa).

Dopo l’ok alla posizione del Parlamento europeo da parte del Consiglio europeo, l’atto legislativo è stato adottato.

Dopo la firma del Presidente del Parlamento europeo e del Presidente del Consiglio, il testo di legge sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea. Entrerà in vigore quindici mesi dopo.

Questo secondo dispositivo, complementare al Dma, avrà il compito di proteggere lo spazio digitale europeo dalla diffusione di contenuti illegali, garantendo la tutela dei diritti fondamentali degli utenti.

Uno strumento per tutelare in rete consumatori e imprese

La Dsa definisce chiare responsabilità e responsabilità per i fornitori di servizi di intermediazione, come i social media, i mercati online le piattaforme online (VLOP) e i motori di ricerca online (VLOSE) di grandi dimensioni.

Le regole sono progettate in modo asimmetrico: i servizi intermediari più grandi, con un impatto sociale significativo (VLOP e VLOSE), sono soggetti a regole più severe.

In base alla legge, le piattaforme non solo dovranno essere più trasparenti, ma saranno anche ritenute responsabili del loro ruolo nella diffusione di contenuti illegali e dannosi.

Tra le altre cose, la Dsa: stabilisce obblighi speciali per i mercati online al fine di combattere la vendita online di prodotti e servizi illegali, introduce misure per contrastare i contenuti illegali online (cioè gli atti di pirateria) e obblighi per le piattaforme di reagire rapidamente alla loro eliminazione, nel rispetto dei diritti fondamentali, e protegge meglio i minori in rete vietando alle piattaforme di utilizzare pubblicità mirata basata sull’uso dei dati personali dei più piccoli.