La proposta

Digital Innovation Act, il Ddl del Pd per l’innovazione: dalla Legge annuale del Digitale, all’Agenzia nazionale delle frequenze a quella dell’IA

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Lorenzo Basso, vicepresidente della commissione Ambiente, Antonio Nicita, vicepresidente del gruppo e Antonio Misiani, responsabile economico dei Dem, con la senatrice Beatrice Lorenzin, vicepresidente dei senatori Dem, hanno presentato il disegno di legge sull'innovazione al Senato.

Un disegno di legge in tema di innovazione e sviluppo tecnologico, con lo scopo di realizzare nel nostro Paese un ambiente favorevole all’adozione e allo sviluppo delle tecnologie digitali, creare posti di lavoro qualificati, guidare la transizione digitale ed ecologica, sostenere la competitività delle imprese, far crescere startup e scaleup, promuovere la cittadinanza digitale, stimolare nuove risorse e finanziamenti, attrarre investimenti esterni e talenti internazionali.

E’ quello che ha presentato il Pd al Senato, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato i proponenti Lorenzo Basso, vicepresidente della commissione Ambiente, Antonio Nicita, vicepresidente del gruppo e Antonio Misiani, responsabile economico dei Dem, con la senatrice Beatrice Lorenzin, vicepresidente dei senatori Dem.

ANTONIO NICITA PD, LORENZO BASSO PD, BEATRICE LORENZIN PD, ANTONIO MISIANI PD

Tre pilastri

“Il disegno di legge – hanno detto i senatori – si sviluppa attraverso tre pilastri: il primo riguarda la governance, con la creazione di un nuovo ministero dell’Innovazione e dello Sviluppo tecnologico, di un Consiglio Nazionale dell’Innovazione, di un Comitato interministeriale per le politiche industriali e di sviluppo tecnologico, oltre a un Comitato per la regolazione digitale. Il secondo pilastro si focalizza sulle misure per la sostenibilità nell’innovazione, come la promozione dei principi di accessibilità, il contrasto ai contenuti illegali, l’accesso tutelato per i minori, algoritmi trasparenti, la contendibilità e l’equità dei servizi digitali, misure per evitare gli usi impropri dell’Ia”. Infine, “il terzo pilastro si concentra sulle misure volte a promuovere lo sviluppo di tecnologia e abilitare l’innovazione, un voucher per la digitalizzazione delle piccole e micro imprese e dei lavoratori autonomi, la creazione di un credito d’imposta per gli investimenti in beni tecnologicamente avanzati e/o green”.

Governance

Il primo pilastro del Ddl, che riguarda la Governance, prevede fra le altre cose, l’istituzione di una Legge Annuale per il Digitale, sul modello della legge annuale per la Concorrenza, “finalizzata a fotografare i progressi nell’adozione delle politiche, a individuare e rimuovere gli ostacoli tecnologici e regolatori al dispiego dell’innovazione digitale, e ad aggiornare, ove necessario, il quadro normativo”, si legge nella sintesi.

Viene poi istituita “l’Agenzia Nazionale delle Frequenze, sul modello francese, che ha la missione di garantire la pianificazione, la gestione, il controllo dell’uso del dominio pubblico delle frequenze radio in Italia e il monitoraggio degli effetti ambientali e per la salute delle stesse. Viene inoltre promossa una Agenzia per l’Intelligenza artificiale, centro per la regolamentazione e lo sviluppo di questo importante settore”.

Misure per la sostenibilità dell’innovazione

Il secondo pilastro del Ddl, che riguarda le Misure per la sostenibilità dell’innovazione prevede fra le altre cose “disposizioni per la verifica della maggiore età per l’accesso ai siti, alle app e alle piattaforme che contengono o condividono contenuti vietati ai minori di anni 18”. Sul fronte dell’Intelligenza Artificiale “ci sono misure per evitare gli usi impropri di repliche digitali, la creazione di uno spazio tecnico-normativo sperimentale e temporaneo, e la necessità di dare immediata riconoscibilità agli utenti dei contenuti generati da IA”.

Misure per lo sviluppo tecnologico e l’innovazione delle imprese

Il terzo pilatro del Ddl, che riguarda Misure per lo sviluppo tecnologico e l’innovazione delle imprese propone fra l’altro l’istituzione del del “Responsabile della Sicurezza Informatica”, una sorta di Dpo (Digital Protection Officer) dedicato però non alla privacy ma alla cybersecurity come figura a sé stante sempre più necessaria in azienda.