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Digital economy: la Cina essenziale per un cyberspazio davvero globale

Luigi Gambardella_Jack Ma

Luigi Gambardella e Jack Ma, fondatore e CEO Alibaba

Nonostante il rapporto controverso tra il governo di Pechino e la rete, nell’ultimo decennio l’internet cinese ha conosciuto una crescita inarrestabile:  la Cina si conferma il primo mercato internet a livello mondiale, con i suoi 650 milioni di utenti oltre ad essere il più grande mercato globale delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni, con un valore pari a 433 miliardi di euro e una crescita annuale del 7%, che non ha eguali nel resto del pianeta. La Cina è, inoltre, il più paese più attivo nell’eCommerce e il campione nazionale, Alibaba, oltre a essere il principale traino della crescita dell’americana Yahoo è entrato nel giro di pochi anni nella lista delle 2.000 compagnie più importanti del mondo stilata da Forbes.

Tuttavia, il margine di crescita del settore ICT è molto ampio, dato che a livello mondiale, la Cina si colloca soltanto al terzo posto dopo gli Stati Uniti e l’Unione europea. Nel 2012 la Cina ha rappresentato il 13% dell’ICT mondiale, contro il 32% degli Usa e il 23% della Ue, dove il valore del settore ha superato la soglia dei 516 miliardi di euro.

Ecco perché la crescita della Cina rappresenta un’importante opportunità per l’Europa, data la complementarietà delle due aree, la prima molto forte nel manifatturiero e la seconda specializzata nei servizi innovativi high-end e nelle applicazioni IT.

“Ovviamente – ha spiegato Luigi Gambardella, Presidente dell’associazione ChinaEU (nella foto insieme a Jack Ma, patron di Alibaba) – la strategia non deve essere solo di copiare marchi leader o cercare di produrre prodotti “cinesi”. Il settore ICT non è l’industria automobilistica. Non si limita a produrre una serie di prodotti finali; produce sistemi interconnessi e nel settore ICT non si può innovare nell’isolamento. Ogni singolo prodotto o sistema deve essere compatibile – per interagire – con quelli dei fornitori di servizi a monte e delle applicazioni che gli utenti desiderano”.

La parola chiave, ha indicato Gambardella, è ‘specializzazione’: “In altre parole, la Cina non dovrebbe promuovere gli investimenti nelle aree in cui altri paesi o economie sono forti, ma cercare la cooperazione”.

Per sviluppare al meglio una proficua collaborazione tra Ue e Cina nell’ambito ICT servono pertanto accordi di cooperazione n settori quali l’Internet of Things, le smart cities, i big data, l’eHealth, il cloud – quelli, cioè, che traineranno la crescita nei prossimi decenni – ma anche in quelli più ‘tradizionali’ come le tecnologie mobili 5G. le sinergie, in quest’ultimo settore, sono evidenti, soprattutto dopo l’accordo siglato lo scorso settembre a Pechino.

È opportuno ricordare che la strategia europea sul Digital Single Market amplierà le opportunità d’investimento anche per le aziende cinesi ma è pur vero che nell’ecosistema globale di internet non serve più ragionare per compartimenti stagni, ma c’è bisogno di un unico cyberspazio, aperto e globale.

Un’occasione importante per avviare nuove discussioni tra Europa e Cina è rappresentata dalla seconda World Internet Conference in corso di svolgimento a Wuzhen, incentrata sullo sviluppo e la promozione di Internet, sulla cooperazione nell’economia digitale e sulla cyber governance.

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