L'accordo

Digital Day 2017, accordo a sette nella Ue per il Galileo dei supercomputer

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Oggi a Roma in occasione del Digital Day accordo di sette paesi europei per lo sviluppo congiunto del supercomputer ad alte prestazioni (High performance computing).

Creare una rete europea dei supercomputer di tutta la Ue accessibili in Cloud, sul modello del sistema satellitare Galileo. Questo in sintesi il senso dell’accordo congiunto di sette paesi europei per lo sviluppo congiunto del supercomputer ad alte prestazioni (High performance computing), figlio della strategia per il Mercato Unico Digitale lanciata a maggio del 2015. Questo il primo risultato concreto raggiunto oggi a Roma in occasione del Digital Day, organizzato dalla Commissione Europea nell’ambito delle celebrazioni per il sessantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma.

L’accordo, sottoscritto questa mattina dai ministri competenti di Germania, Portogallo, Francia, Spagna, Italia (dal ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli e dal ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda), Lussembrugo e Olanda, impegna gli stati membri a realizzare un’infrastruttura unica basata appunto sui supercomputer, capaci di mettere migliaia di processori in parallelo per analizzare grandi quantità di dati in tempo reale. L’obiettivo è creare grandi Cloud europee, per sfruttare al meglio le potenzialità dei Big Data e delle informazioni massive, ma destrutturate, connesse allo sviluppo dell’IoT e delle Smart city. Basti ricordare che la disponibilità di informazioni nell’ordine dei nanosecondi sarà vitale, ad esempio in contesti come la guida senza conducente.

I supercomputer permettono di elaborare e simulare gli effetti di nuovi farmaci, di arrivare a diagnosi più rapide e fornire cure migliori, di controllare le epidemie e di prendere decisioni migliori in tema di energia elettrica, distribuzione idrica, urbanistica e altri settori. I ministri si impegnano a realizzare la prossima generazione di infrastrutture informatiche e per l’elaborazione dei dati: un progetto europeo paragonabile ad Airbus negli anni Novanta e a Galileo nella prima decade di questo secolo.

Questa infrastruttura supporterà anche il Cloud europeo per la scienza, che offrirà a un milione settecentomila ricercatori e a settanta milioni di professionisti della scienza e della tecnologia in Europa un ambiente virtuale in cui immagazzinare, condividere e riutilizzare i dati travalicando le barriere settoriali e i confini nazionali.

L’accordo celebrato su Twitter da Roberto Viola, direttore generale della DG Connect (sui vantaggi del supercomputer vedi anche il blog):

Celebra le potenzialità dei big data il ministro Fedeli:

Ma in concreto, perché l’Europa ha bisogno dei supercomputer? Risponde dal suo blog Andrus Ansip, Vice presidente della Commissione Ue responsabile per il Mercato unico digitale: “La maggior parte delle persone non ne vedrà e non ne userà mai personalmente uno – scrive Ansip – però ne gode già i benefici” senza saperlo.

I supercomputer vengono utilizzati per risolvere problemi complessi e svolgere operazioni che richiedono di processare enormi quantità di dati: per realizzare modelli, simulazioni, operazioni avanzate di data analytics, visualizzazioni e molto altro ancora. “C’è una quantità enorme di applicazioni per l’high-performance computing (HPC)”, prosegue Ansip, che fa qualche esempio: dallo sviluppo e simulazione di nuovi trattamenti medici con i relativi effetti, all’esplorazione nel campo petrolifero e del gas, alle simulazioni sismiche passando per il miglioramento dei modelli climatici all’architettura di edifici basati sull’efficienza energetica.

“Oppure testare gli incidenti stradali delle auto senza bisogno che vi sia un incidente”, scrive il commissario, che in relazione al settore aereo sottolinea il ruolo chiave dei supercomputer pper ridurne l’impatto ambientale.

“Per realizzare l’Airbus380 sono stati usati i supercomputer con tanto di simulazioni aerodinamiche per trasportare un numero doppio di passeggeri agli stessi livelli di inquinamento acustico, consumando meno di 3 litri di combustibile a passeggero ogni 100 km e meno di 75 grammi di CO2 a chilometro per ogni persona”, scrive Ansip per dare un esempio delle potenzialità dell’HPC.

Si tratta in sintesi di risultati positivi per le persone e le aziende, raggiunti grazie alla superpotenza di calcolo di migliaia di processori che lavorano in parallelo e che dei semplici computer non potrebbero raggiungere se non dopo giorni o settimane.