Brutte sorprese

DigiLawyer. Il deep web degli articoli a effetto

di Gianluca Pomante, Avvocato Cassazionista – esperto d’informatica e comunicazione |

L’utente medio, abituato alle comodità di Amazon, avrà brutte sorprese avventurandosi nel Deep web.

La rubrica DigiLawyer, ovvero riflessioni sul “diritto e il rovescio” di Internet fra nuove potenzialità e storture della rete, a cura di Gianluca Pomante, Avvocato Cassazionista esperto di informatica e comunicazione. Per consultare gli articoli precedenti clicca qui.

Il crescente interesse per il cosiddetto Deep web, ossia quella parte della Rete che non viene indicizzata dai motori di ricerca tradizionali ma alla quale si può accedere tramite programmi dedicati, sta alimentando fantasiose teorie sulla libera disponibilità e sul facile reperimento di qualsiasi materiale.

In realtà il fenomeno non è così esteso e così articolato come si vorrebbe far credere all’utente medio, che pensa davvero di poter acquistare e ricevere comodamente a casa una pistola con matricola abrasa o un passaporto straniero con il quale costruirsi una falsa identità.

Se effettivamente è meno difficile di quel che si possa immaginare entrare in contatto con la criminalità e procurarsi beni di provenienza illecita, è molto diverso avere la disponibilità di prodotti digitali rispetto a quelli materiali.

Video, musica e foto sono facilmente scaricabili sul proprio dispositivo eludendo la maggior parte dei controlli, anche se il rischio, rivendendoli, di trovarsi in casa le Forze dell’Ordine è tutt’altro che remoto, visto che i paesi occidentali ormai monitorano costantemente la rete alla ricerca di materiale pedopornografico (per il quale esistono anche i siti civetta degli inquirenti) o comunque di provenienza illecita.

Molto più facile essere coinvolti in un procedimento penale acquistando armi, droga e documenti falsi, che puntualmente vengono individuati dai dispositivi che analizzano buste e pacchi in transito nei vari centri di smistamento.

Il cosiddetto deep web può favorire le comunicazioni illecite, grazie anche all’uso della crittografia, può permettere lo scambio di materiale illecito di natura digitale, come già detto, ma non è affatto un luogo in cui poter acquistare liberamente armi, droga, documenti falsi ed altri beni di provenienza illecita senza correre alcun rischio.

Anzi, l’utente medio, abituato alla comodità di Amazon che consegna al piano e decisamente meno avvezzo a frequentare luoghi malfamati in cui ritirare i prodotti acquistati (con il rischio di essere rapinati senza neppure ottenere lo scopo) avrà cosiddettoteresse per il cosiddettorticolare appalti’ sicuramente brutte sorprese.