Appello all'UE

Dieci città italiane contro i cambiamenti climatici: tagliare del 50% le emissioni entro il 2030

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Lettera aperta all’Ue firmata dai sindaci di Milano, Bologna, Firenze, Arezzo, Capaci, Mantova, Modena, Senigallia, Torino e Zugliano (Vicenza) per chiedere azioni e politiche più ambiziose in chiave ambientale e per la decarbonizzazione della nostra economia.

Le amministrazioni cittadine di Milano, Bologna, Firenze, Arezzo, Capaci (Palermo), Mantova, Modena, Senigallia (Ancona), Torino e Zugliano (Vicenza) hanno firmato oggi una lettera aperta a nome di tutti gli italiani per chiedere all’Unione europea di stabilire un quadro regolatorio più ambizioso in termini di contrasto ai cambiamenti climatici, a partire da un’economia a zero emissioni inquinanti.

L’occasione è stata data dal vertice informale dei Paesi dell’Unione europea (Ue) a Sibiu, in Romania. Qui, la delegazione delle dieci città italiane ha annunciato ufficialmente l’entrata nel network europeo di oltre 200 città di 21 Paesi europei, più altri sette del vicinato, per chiedere a Bruxelles che si faccia di più e subito per ridurre l’inquinamento sotto ogni sua forma (urbano, ambientale, atmosferico, delle acque e dei mari), per eliminare i materiali più inquinanti e approntare nuove politiche più attente ai cambiamenti climatici in corso.

Un’azione audace contro i cambiamenti climatici è vitale per proteggere il pianeta per le generazioni future. Ha anche il potenziale per migliorare la vita dei cittadini creando posti di lavoro, purificando l’aria e rendendo le nostre città più inclusive“, ha dichiarato il sindaco di Milano e vicepresidente della rete C40, Beppe Sala, si legge in una nota dell’Ansa.
La città di Bologna è pronta a svolgere un ruolo guida, ma abbiamo bisogno del sostegno del nostro governo e dell’Ue su tutti i livelli per raggiungere questi obiettivi ambiziosi ma necessari“, ha invece commentato il primo cittadino del capoluogo emilianoromagnolo, Virginio Merola.

Obiettivi 2030
I sindaci delle dieci città italiane vogliono che l’Europa si muova al più presto su questo fronte, fondamentale per la sicurezza dei cittadini, ma anche per la sicurezza economica e delle infrastrutture strategiche, a partire da una politica ambientale più coraggiosa.

Primo punto: decarbonizzare l’economia, quindi ridurre le emissioni inquinanti del 50% entro il 2030.
Secondo punto: aumento degli obiettivi climatici ed energetici Ue per il 2030 e allineamento del bilancio Ue 2021-2027 a questa strategia, eliminando le sovvenzioni ai combustibili fossili.
Terzo punto: richiedere con forza l’impegno di tutti gli Stati membri su obiettivi vincolanti.  

Il vertice delle Nazioni Unite sul clima
A settembre 2019 ci sarà il tanto atteso vertice delle Nazioni Unite sul clima, in attesa del grande appuntamento mondiale della COP25. Un’occasione questa per decidere rapidamente, entro giugno chiede la rete delle città europee, sull’obiettivo di azzeramento delle emissioni inquinanti nell’UE entro il 2050.

Lo chiedono i rappresentanti di Francia, Belgio, Danimarca, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Spagna e Svezia in in una lettera congiunta circolata tra le delegazioni dei 28.
Tra le proposte avanzate dagli 8 Paesi, sempre secondo quanto riportato dall’Ansa di oggi: la destinazione di almeno il 25% delle risorse del prossimo bilancio pluriennale Ue 2021-2027 all’azione per il clima e alla transizione verso la decarbonizzazione dell’economia.

Il Summit sul cambiamento climatico, che si terrà a New York a settembre 2019, si dovrebbe concentrare su tre risultati chiave: suscitare una reale ambizione; promuovere un’azione di trasformazione nell’economia reale; chiamare a una mobilitazione senza precedenti dei cittadini e dei giovani.