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Didattica online e sorveglianza, i software che spiano gli studenti e prendono possesso dei loro pc. Il Rapporto

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Lezioni e compiti in classe ma da tenere rigorosamente online. Questa ormai è la realtà per milioni di studenti italiani, europei e di gran parte del mondo nell’era della grande emergenza sanitaria legata alla pandemia di Coronavirus.

Per aiutare le scuole di ogni ordine e grado, università comprese, le aziende tecnologiche più avanzate hanno subito fornito soluzioni per la didattica a distanza (Dad). Soluzioni per ricreare aule virtuali, per favorire il lavoro dei docenti e l’apprendimento e lo studio da remoto dei ragazzi.

Didattica online, studenti e controllo

L’osservatorio Stop (Surveillance technology oversight project), con sede a New York, si occupa proprio di monitorare le tecnologie informatiche di sorveglianza applicata alle piattaforme di didattica online per il controllo degli studenti.

Nel suo nuovo Rapporto dal titolo “Snooping Where We Sleep: The Invasiveness and Bias of Remote Proctoring“, l’osservatorio valuta l’impatto dei software di sorveglianza sul trattamento dei dati personali dei ragazzi, che son in gran parte minorenni, e sul livello di sicurezza informatica dei dispositivi stessi utilizzati per studiare online.

Oggi, a causa della pandemia, il 90% circa dei Paesi di tutto il mondo ha attivato una qualche forma di didattica da remoto, favorendo l’apprendimento a distanza per quasi 900 milioni di studenti.

I software di sorveglianza

In questo modo si crea una forte dipendenza dalle applicazioni Dad, dove, per meglio portare avanti con profitto le attività di studio, test settimanali ed esami compresi, si utilizzano diversi software di sorveglianza, per impedire che i ragazzi copino, da un libro o sul web, e che si facciano aiutare da qualcuno in casa.

Ce ne sono diversi, si legge nel documento, tra cui ProctorU, Proctorio, ExamSoft, Examity, Verificient e tutti ribadiscono il pieno rispetto delle leggi sulla privacy, nonché un adeguato livello di cybersecurity, ma i risultati dello studio smentiscono tali assicurazioni.

Gran parte di questi sfruttano diverse tecnologie di controllo, tra cui la scansione degli occhi, il riconoscimento facciale, la sorveglianza video e audio, il tracciamento degli accessi.

Trattamento dei dati personali

Il problema è che non sempre è chiaro agli utenti che le autorizzazioni che concedono per attivare le app Dad consentono anche l’accesso ai file locali del dispositivo di connessione, comprese le cartelle private, con documenti personali, video e foto.

I vari Proctor possono anche tenere memoria delle ricerche online effettate da uno studente su un pc o un tablet, compresi i tasti più utilizzati della tastiera e i clic del mouse. Oltre a sorvegliare questi ragazzi, di fatto sembra che questi software li possano anche profilare, con possibili sfruttamenti di tali dati da parte di terzi.

Sostanzialmente, consentiamo a questo spyware imposto dalla scuola di avere il controllo completo sui nostri pc, sui dispositivi usati dagli studenti a casa”, ha dichiarato Albert Fox, direttore esecutivo di STOP.

Con il passaggio alla didattica a distanza c’è stata questa rapida espansione dei servizi di sorveglianza online, che portano con sè alcune delle peggiori forme di violazione della privacy, direttamente nelle camere dei bambini e dei ragazzi“, ha detto Fox.

È davvero inquietante la rapidità con cui questa tecnologia sta normalizzando i tipi di sorveglianza automatizzata che una volta sarebbero stati impensabili”.

Discriminazioni etniche, sociali e legate alle disabilità

Ulteriori criticità sollevate da Stop riguardano non solo la privacy, ma anche potenziali discriminazioni su base etnica, sociale, economica, culturale, persino legata ad eventuali disabilità fisiche e mentali.

Uno studente con problemi motori e disabilità, potrebbe essere discriminato dai software di sorveglianza che male interpretano i movimenti “particolari” degli occhi, del volto e delle braccia ad esempio, scambiandoli per tentativi di imbrogliare un test o eccesso di distrazione durante una lezione.

Chi vive in famiglie a basso reddito sarà sempre circondato da gente in casa mentre studia e risponde ad un’interrogazione e i software di sorveglianza potrebbero interpretare male tali presenze e il loro vociare, dovute ad un numero esiguo di stanze a disposizione per tutti i componenti di una famiglia, con lo studente che dovrà collegarsi dalla cucina magari, dove c’è sempre qualcun altro (genitori, nonni, fratelli e sorelle, zii e cugini), collegandole a tentativi di suggerimento.

Occhi estranei sugli studenti

È come se all’interno del nostro spazio domestico protetto e sicuro sono entrati altri occhi, quelli dei software”, ha commentato Leah Plunkett, docente associata di Gioventù e Media presso il Berkman Klein Center for Internet & Society dell’Università di Harvard e professore presso l’Università del New Hampshire School of Law.

Stiamo effettivamente penalizzando gli studenti più poveri“, ha aggiunto Fox, “Se sei uno studente che condivide un piccolo appartamento con il resto dei famigliari, che non ha una camera da letto propria in cui studiare, sostenere interrogazioni ed esami, la loro stessa presenza potrebbe essere interpretata dai software come attività sospetta”.

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