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Democrazia Futura. Liliana e il cinema, passione, ricerca e vita

Liliana Cavani riceverà quest’anno alla Mostra di Venezia il Leone d’Oro alla carriera. Italo Moscati sceneggiatore di tanti film scritti con la regista di Carpi rievoca per Democrazia futura nell’articolo “Liliana e il cinema, passione, ricerca e vita” quello che definisce “un lungo rapporto, un’amicizia perfetta” ovvero il racconto del suo lungo sodalizio professionale con Liliana Cavani.

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Italo Moscati

Alla Mostra del cinema 2023: Liliana Cavani, premio alla carriera, presentazione del suo fil L’ordine del tempo, una grande attesa. Scrivo dell’incontro con Liliana negli anni Sessanta.

Subito cominciò un lungo rapporto, un’amicizia perfetta, per me una straordinaria forma, attese di speranza. Liliana mi ha insegnato molto. Nel mondo del lavoro, nel cinema, gli intrecci dei rapporti sono stati semplicemente seri, appassionati, sospesi, aperti al risultato e alla creatività che si sperimentava. Profondità, sogno, sensibilità. Casi sorprendenti.

Un incalzare nell’immaginazione, un film dopo l’altro.

Liliana ha fatto qualcosa di straordinario, avanzando creativamente a ragionare, arrivare a un risultato. I titoli, le sceneggiature, le sensibilità visive creative, costruiscono una linea che cerca e trova. Ogni film non è solo una avventura, è un viaggio per coinvolgere. E lasciare tracce capaci di affascinare.

Qui, nella sintesi che cerco, non posso percorrere per intero il percorso insieme. Vorrei cercare la sintesi di una ricerca incalzante. Liliana ha seminato dopo la “scuola” del cinema a Roma le tappe di una ricerca brillante. E ha cominciato nel presentare il documentario storico in una passione, obiettivi e svolte di risultati di precisione, esempi tra gli altri, la Storia del Terzo Reich (1963-1964), Età di Stalin (1964), Il giorno della pace (1965), La donna nella Resistenza (1965)[1].

I film cominciano subito dopo, lavoro con Liliana, per I Cannibali (1970), ispirato alla storia di Antigone, rovesciata in contestazione, nel mondo moderno.

Continua con Milarepa (1974), una “storia” che sconfina tra passato e presente, in oriente.

Il successo mondiale con Il Portiere di notte nel 1974

Apre alla guerra mondiale, con uno dei suoi film che ha avuto un grande successo nel mondo, Il portiere di notte (1974)[2], storia negli anni del Nazismo, incontro tra un ufficiale nazista e un’ebrea sopravvissuta ai lager, un grande film, qualcosa capace di andare oltre di tante terribili rievocazioni e di raccontare la profondità del male fatto da nazisti torturatori anche dopo la fine della guerra, per anni, alla ricerca di consolidare la loro esistenza. Un grande film, lo dico pur essendo un autore accanto a Liliana.

Più di qualcosa di storico senza fine: la permanenza del male, non solo nazismo, il “mondo” della violenza, del potere, il “fascino” del male. Il “circo” della morte e del razzismo, del razzismo soprattutto sulla donna, sulle donne. E, nel film, nel dopoguerra, si presentano i “nazisti” che non sono scomparsi e cercano il loro futuro …

Un successo che dura.

Dalle trasposizioni di opere da Nietzsche a Malaparte, passando per Francesco d’Assisi

Ma che ha avuto, con Liliana ispirata, la scelta di trasformare in film di grande fascino Al di là del bene e del male (1977) tratto da Federico Nietzsche[3], La pelle (1981) da Curzio Malaparte. A Napoli guerra 1944…, Interno berlinese (1985) negli anni del regime nazista che nel 1938 s’intreccia con misticismi giapponesi… anni di guerre in arrivo. Anni infetti, paura e violenza… da ieri a oggi.

Tracce che serpeggiano e scivolano fino a isolamenti, tensioni dilaganti che arrivano al dopo; ai giorni nostri come ha sottolineato Dacia Maraini in un bell’articolo per La Repubblica su questi temi.

Liliana con fervore, ancora con me, nel 1993 arriva a Dove siete? Io sono qui![4], la storia di due ragazzi muti, ispirato a un libro di uno studioso di questi rapporti di situazioni situate nei silenzi- Poi riprende un tema che nel 1996 venne definito “un capolavoro”, un Francesco d’Assisi. E che sarà dalla regista di Francesco, a distanza di tempo, 1989, ancora con un successo e l’idea di inserire un attore americano Mickey Rourke. Rourke è un hippie, un outsider, un giovane ribelle, non un santo ma un antieroe, scrive la critica.

Liliana ha messo a fuoco storie dentro la realtà e le suggestioni; la sua abilità di regista e il rigore che ha praticato nell’opera lirica e nel teatro.

Non solo una brava professionista nelle cose che ha fatto raccogliendo un successo che aumenta. Ma una donna sensibile, attenta, che non sbaglia e affascina. Che continua con gran merito; e che ringrazio personalmente…


[1]Questo documentario di Liliana Cavani della durata di 47 minuti può essere consultato ora su YouTube

[2] La sceneggiatura è stata pubblicata da Einaudi, Liliana Cavani, Il portiere d notte, Torino, Einaudi, 1974, XIV-107 p. Nello stesso nno ni Nuovi Coralli Italo Moscati e Liliana Cavani pubblicano Lettere dall’interno. Racconto per un film su Simone Weil, Torino, Einaudi, 1974, 136 p.

[3] La sceneggiatura è stata pubblicata da Einaudi: Liliana Cavani, Italo Moscati, Franco Arcalli, Al di là del bene e del male, Torino, Einaudi, 1977, 180 p.

[4] Liliana Cavani, Italo Moscati, Dove siete? Io sono qui! Introduzione di Lietta Tornabuoni, Venezia, Marsilio, 1993, XI-119 p.

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