Delta Air Lines sta rivoluzionando il proprio sistema di determinazione dei prezzi dei voli grazie a una strategia fondata sull’uso dell’AI. Attualmente solo il 3% delle tariffe sono definite da algoritmi, ma entro fine anno la compagnia punta a far salire questa quota al 20%.
L’obiettivo finale è l’abolizione completa del prezzo fisso, sostituendolo con un prezzo personalizzato per ciascun passeggero, calcolato in tempo reale da un sistema AI fornito da Fetcherr, startup israeliana già partner di altre compagnie aeree.
Il sistema promette di operare come un ‘super analista’ attivo 24 ore su 24, valutando dinamicamente quanto un utente è disposto a pagare in base a fattori come tempi di prenotazione, cronologia, tipo di dispositivo usato e potere d’acquisto presunto.
Questo approccio rappresenta una svolta significativa rispetto alla tradizionale segmentazione tariffaria, ma solleva anche preoccupazioni di natura etica e legale. Alcuni osservatori lo definiscono ‘pricing predatorio’, accusando Delta di voler ‘hackerare il cervello’ dei passeggeri per massimizzare i profitti.
Sebbene la compagnia affermi che i prezzi restino conformi alla legge e basati su fattori legati al viaggio, mancano dettagli sulle garanzie adottate per evitare discriminazioni. Critici temono infatti che l’uso di indicatori come il CAP o i metodi di navigazione possa comportare trattamenti economici diseguali tra utenti di classi sociali differenti.
Mentre Delta celebra l’aumento dei ricavi unitari, i consumatori potrebbero trovarsi in un mercato dove la ‘giustizia tariffaria’ è solo un ricordo.
Nel lungo termine, si profila un sistema in cui per accedere a vantaggi bisognerà accettare completamente le logiche dell’ecosistema AI delle compagnie.
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La startup AI di Mira Murati, Thinking Machines, raccoglie 2 miliardi in un round guidato da a16z
Thinking Machines Lab, la nuova startup di AI fondata dall’ex dirigente di OpenAI Mira Murati, ha ottenuto un finanziamento colossale da 2 miliardi di dollari, in un round guidato da Andreessen Horowitz (a16z).
Nonostante sia stata fondata soltanto nel febbraio 2025 e non abbia ancora generato entrate né lanciato prodotti, la startup ha attirato l’interesse di investitori di primo piano come Nvidia, Accel, ServiceNow, Cisco, AMD e Jane Street.
Il finanziamento eccezionale sottolinea non solo la fiducia nella visione di Murati, ma anche il clima competitivo e la corsa ai talenti che caratterizzano attualmente il settore dell’AI. Thinking Machines si propone di sviluppare sistemi di intelligenza artificiale più sicuri, affidabili e versatili rispetto a quelli attualmente esistenti.
Circa due terzi del team iniziale è composto da ex dipendenti di OpenAI, evidenziando l’importanza del capitale umano nel posizionamento strategico della neonata impresa.
La fondazione della società arriva dopo un’uscita improvvisa di Murati da OpenAI lo scorso settembre, e segue un trend crescente di ex dirigenti che danno vita a proprie iniziative imprenditoriali: casi simili sono quelli di Dario Amodei con Anthropic e Ilya Sutskever con Safe Superintelligence.
L’entusiasmo degli investitori verso le startup AI rimane elevato, contribuendo a un incremento del 76% dei finanziamenti alle startup statunitensi nella prima metà del 2025, secondo Pitchbook.
Di questi, oltre il 64% del valore complessivo delle operazioni è stato assorbito dal comparto AI, confermando l’attrattività e il peso strategico crescente di questo segmento tecnologico.
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