Lo scenario

Della Vecchia (Accenture), ‘Innovazione tecnologia e AI salveranno le assicurazioni’

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Dai risultati dell’ultima ricerca di mercato Accenture, "Financial Services’ Global Distribution & Marketing Consumer Survey2017” si dice che sarà l’insurtech a salvare le assicurazioni del futuro.

In uno scenario in cui i profitti del mercato assicurativo sono in forte contrazione, investire in innovazione digitale è la chiave di volta per vincere la sfida con il mercato e andare incontro alle esigenze dei nuovi clienti, abituati alla velocità e all’efficienza delle nuove tecnologie.

La ricerca “Financial Services’ Global Distribution & Marketing Consumer Survey2017” – che ha sondato l’opinione di 32.715 clienti del settore assicurativo in 18 mercati – ritrae un consumatore sempre più all’avanguardia, attratto dalle potenzialità di tecnologie come I’Internet of Things (ioT) e la robotica.

Il 74% degli intervistati, infatti, vede in maniera positiva l’introduzione di sistemi di consulenza automatizzati è Il 64% è favorevole all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale (AI) per poter ricevere in tempo reale notifiche su itinerari con elevata frequenza di sinistri mentre si è alla guida.

Dal punto di vista degli operatori del mercato, lo studio “Technology Vision for Insurance 2017” delinea il ritratto di compagnie assicurative sempre più consapevoli dell’importanza di utilizzare le nuove tecnologie: sia per una maggior efficienza, sia per evolvere la propria offerta in chiave digitale.

Tra gli executive del mondo assicurativo, il 79% è convinto che l’Intelligenza Artificiale (AI) rivoluzionerà il modo in cui interagiranno con i clienti nel prossimo futuro: il 55% pensa che migliorerà le capacità di analisi dei dati degli utenti e delle loro abitudini mentre il 68% ha affermato di utilizzare già, all’interno della propria organizzazione, assistenti virtuali abilitati dall’AI, che permettono di ottimizzare le relazioni con i propri clienti.

La grande maggioranza (84%), inoltre, si ritiene ottimista sull’impatto che le nuove tecnologie avranno sul proprio lavoro e l’82% pensa che il processo di automazione porterà più opportunità che minacce al business.

Siamo di fronte ad un settore in grande trasformazione: il 14% delle compagnie assicurative nel mondo ha già creato incubatori dedicati alle start-up e quasi il 20% ha dei fondi di venture capital con cui finanziarle. Negli Usa – un mercato che spesso funge da “apripista” per l’innovazione – sono stati veicolati l’80% degli investimenti globali InsurTech. In Italia vediamo uno scenario più cauto, con meno del 2% degli investimenti InsurTech globali, sia causa di una regolamentazione distante da modelli incentivanti come quelli anglosassoni, sia per uno scenario economico e tecnologico mediamente meno all’avanguardia rispetto agli Stati Uniti“ ha dichiarato Amato Della Vecchia, Accenture Strategy Insurance Lead. “ Il nostro mercato, però, è comunque caratterizzato da fermento e interesse, che fanno ben sperare in ottica prospettica: basti pensare ai wearable device in grado di archiviare tutte le informazioni medico-sanitarie dell’utente o all’utilizzo di chatbot che interagiscono con il cliente per offrire una nuova esperienza di acquisto. Ancora, cominciano a venire alla luce anche in Italia i primi esempi di modelli assicurativi peer-to-peer, sia da parte di start-up, sia sul fronte delle incumbent, che si stanno muovendo secondo modelli di partnership”

Il modello di business “connesso” (Connected Insurance) permette, quindi, di sviluppare nuove offerte che vanno “oltre” il prodotto assicurativo, aggiungendo servizi ad alto valore, personalizzati sulle esigenze del singolo. I tradizionali “Insurer” hanno la grande opportunità di diventare “Everyday Insurer”, entrando in un percorso evolutivo che vede la trasformazione da “semplice” rivenditore di polizze e mero pagatore di indennizzo in caso di sinistro a un vero e partner della vita quotidiana attraverso l’offerta di servizi aggregati. Il comparto Danni sarà quello che potrà beneficiare maggiormente della rivoluzione digitale grazie allo studio delle abitudini dei consumatori: lo dimostra il fatto che, ad oggi, più del 60% delle start-up si stanno concentrando su questo comparto.