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Idroelettrico. Decreto rinnovabili, dopo il Question Time a Di Maio a che punto siamo?

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La bozza del nuovo Decreto Rinnovabili per gli incentivi 2018/2020 attende il parere delle Regioni e degli Enti locali in Conferenza unificata prima di essere inviata a Bruxelles. Key4biz insieme a CimsCom raccoglie i commenti e le reazioni degli stakeholder del comparto Idroelettrico alla risposta del Ministro Di Maio nel Question time del 22 novembre in Senato.

Come sta procedendo l’iter sullo schema del Decreto che punta a incentivare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili? Mancano gli ultimi due passaggi chiave: l’importante parere delle Regioni e degli enti locali in Conferenza unificata e poi l’ok dell’Unione europea.

Il 22 novembre 2018 – Question time a Di Maio in Senato sul settore Idroelettrico

Giorni fa, il 22 novembre, sul settore idroelettrico è stato chiamato a rispondere anche Luigi Di Maio, ministro del Mise, il ministero dello Sviluppo economico che, insieme al ministero dell’Ambiente, ha predisposto lo schema di decreto Fer.

Key4biz insieme a CimsCom lancia una piattaforma di discussione sul settore idroelettrico raccogliendo i commenti e le reazioni degli stakeholder al Question time del ministro Di Maio in Senato.

20 novembre 2018 – parere dell’Autorità di regolazione per Energia, Reti e Ambiente

Il 20 novembre, l’Autorità di regolazione per Energia, Reti e Ambiente, (ARERA), ha rilasciato il parere con le osservazioni al decreto interministeriale per l’incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

 

Il 16 ottobre 2018 – Workshop di Assoidroelettrica a Roma

Il mese scorso a Roma Assoidroelettrica, per la prima volta, ha organizzato un workshop sulla bozza del decreto Rinnovabili (vedi il videoreportage) al quale hanno partecipato numerosi importanti rappresentanti, anche Istituzionali. La giornata di lavoro è stata aperta dal senatore Paolo Arrigoni, responsabile energia della Lega, che preso una chiara posizione a favore dell’idroelettrico: “la Lega accoglie l’allarme lanciato da Assoidroelettrica e prosegue il suo impegno per chiedere al mise l’immediata sospensione del decreto”.

Le parole di Di Maio nell’Aula del Senato sul decreto rinnovabili

L’interrogazione al Ministro dello Sviluppo economico è stata presentata dai senatori Durnwalder, Unterberger, Laniece, Steger (leggi il testo dell’interrogazione).

Ecco la risposta del ministro Luigi Di Maio.

Di Maio: “vice presidente del Consiglio dei ministri e ministro dello sviluppo economico e ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, senatrici e senatori, gli incentivi alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili dal 2012 sono stati caratterizzati da procedure di ammissione e di riconoscimento che garantiscono un meccanismo di controllo della spesa, sia in termini di tetto complessivo da non superare, sia in termini di allocazioni annue a ciascuna tecnologia.

La bozza di provvedimento trasmessa dal Ministero dello sviluppo economico l’8 novembre 2018 alla Conferenza unificata per l’acquisizione del parere di competenza mira a dare continuità all’installazione di nuova capacità rinnovabile, anche in considerazione dell’ambiziosa bozza di Piano energia e clima che stiamo redigendo, con il quale puntiamo a conseguire un raddoppio in poco più di dieci anni della produzione di energia rinnovabile. In questo contesto, in mancanza di un controllo della spesa per incentivi si rischierebbe di gravare troppo sulle bollette energetiche delle famiglie e delle imprese. Per questo abbiamo scelto – ciò vale per tutte le tecnologie e le dimensioni di impianto – di non prevedere più l’accesso diretto agli incentivi, ma di riconoscere l’incentivo solo ai progetti selezionati a seguito di procedure di asta o registro, attraverso l’utilizzo di criteri competitivi o requisiti di priorità. In questo modo, infatti, in caso di eccesso di domande, possono essere individuati gli impianti più meritevoli da un punto di vista ambientale o dell’efficienza (intesa quale rapporto tra spesa per incentivi ed energia pulita prodotta).

È noto che, con specifico riferimento alla tecnologia idroelettrica, la bozza di decreto ammette ad incentivazione solo quegli impianti che non effettuano prelievi aggiuntivi dai corpi idrici oggetto di derivazione, ossia tutelare i fiumi, i laghi, i ruscelli, i torrenti e così via e consentirne uno sfruttamento che sia sostenibile. Si tratta di una scelta fatta anche su richiesta del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, che nasce dall’esigenza di garantire, anche sul piano dell’incentivazione, il rispetto della normativa comunitaria in materia di tutela di laghi e fiumi, settore – questo – di particolare vulnerabilità, che vede l’Italia soggetta a diverse procedure di infrazione da parte della Commissione europea per la violazione della direttiva 2000/60/CE (cosiddetta direttiva acque). La tutela dell’ambiente è per noi un valore irrinunciabile.

Bisogna anche ricordare le numerose proteste pervenute nell’ultimo anno da parte di vari territori intensamente interessati dalla nascita di piccoli impianti idroelettrici, che hanno lamentato la mancanza di una programmazione nell’uso delle risorse, fattore che, insieme all’elevato livello degli incentivi e al meccanismo dell’accesso diretto, ha finito per rendere troppo forte la pressione sull’ambiente. Abbiamo il dovere di tenere in fortissima considerazione la voce dei territori.

La previsione contenuta nello schema di decreto non consente di ammettere agli incentivi i progetti inclusi nel Registro 2016 in posizione non utile, dal momento che per il rilascio delle concessioni e delle autorizzazioni per tali casi non sono state applicate le linee guida per le valutazioni ambientali ex ante delle derivazioni idriche e le linee guida per l’aggiornamento dei metodi di determinazione del deflusso minimo vitale.

Il tema sarà comunque discusso con le Regioni e gli enti locali nel passaggio del testo in Conferenza unificata”.

La replica del senatore Steger a Di Maio

Steger: (Aut (SVP-PATT, UV): Signor Ministro, prendo atto di quanto lei ha detto. Ovviamente non sono soddisfatto della risposta, in quanto – almeno – si parla con le Regioni e le Province autonome; già questo sarebbe un passaggio importante e penso che in questo caso lo Stato stia sbagliando l’approccio.

I piccoli impianti sono importanti per tutto il nostro tessuto territoriale, soprattutto nelle zone di cui conosco la situazione. Anche noi tuteliamo e cerchiamo di salvaguardare al massimo l’ambiente, però, se è vero che l’energia è necessaria è anche vero che un’energia salubre va aiutata e sovvenzionata. Infatti, non possiamo essere contro altre forme di energia e, al contempo, non aiutare soprattutto i piccoli impianti di energia rinnovabile.

Signor Ministro, prendo atto di quanto lei ha detto e spero che nella discussione con le Regioni e le Province autonome lei potrà trovare un’apertura al riguardo”.