Lo Studio Frasi sta analizzando i possibili scenari conseguenti all’attuazione del DDL Abodi sulla revisione dei diritti audiovisivi, Key4biz riporta alcuni brani del rapporto in esclusiva.
Il Disegno di legge – Delega al Governo per la revisione dei diritti audiovisivi, digitali e accessori, connessi agli eventi sportivi e ai relativi contenuti, nell’ambito di uno sviluppo innovativo dell’impiantistica sportiva prevede che la “ripartizione di una quota delle risorse economiche e finanziarie assicurate dal mercato dei diritti audiovisivi, dei diritti digitali e dei diritti accessori sul mercato nazionale e sul mercato internazionale” della Serie A non avverrà più attraverso l’uso di dati d’ascolto, più o meno riequilibrati da un algoritmo. Quale scenario potrebbe derivare dall’approvazione di questo disegno di legge predisposto da Andrea Abodi, Ministro per lo Sport e i Giovani del Governo Meloni?
DAZN esce dalla rilevazione degli ascolti
DAZN è stata obbligata dalle leggi italiane e da una delibera dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), ad accettare la rilevazione dei propri ascolti da parte di un soggetto terzo, una Joint Industry Committee (JIC). All’epoca della delibera Agcom, soltanto Auditel possedeva caratteristiche e competenze in grado di rilevare gli ascolti di DAZN.
A marzo di questo 2025 il Presidente di Auditel, Lorenzo Sassoli de Bianchi, annuncia che a partire dal campionato di Serie A 2025-26 i dati d’ascolto di DAZN saranno distribuiti da Audicom. Il Presidente di Audicom (e di UPA) Marco Travaglia annuncia che Audicom (che si dà il compito di rilevare le piattaforme in streaming Netflix, Prime Video etc.) sarà operativa da maggio 2025. Al momento Audicom non ha trovato alcun accordo con le piattaforme che non intendono accettare l’SDK predisposto da Auditel/Audicom per rilevare le loro audience.
- Liberata dal vincolo di legge che la obbligava a farsi rilevare da una JIC al fine di consentire la ripartizione dell’8% dei diritti in base ad ascolti certificati e di terza parte, con ogni probabilità DAZN non avrà motivo di sottoporsi a rilevazione e si unirà quindi alla prassi di tutte le altre piattaforme in streaming che operano in Italia.
Nel corso della stagione 2024-2025, così come avverrà anche nella stagione appena iniziata, Amazon Prime Video ha trasmesso in esclusiva le migliori partite di Champions del mercoledì ed ha venduto e raccolto inserzioni pubblicitarie senza produrre ascolti certificati da terze parti.
La pubblicità
La concessionaria di pubblicità di DAZN per la Serie A è Digitalia ‘08 (Mediaset) che attribuisce alla piattaforma un minimo garantito. Nel caso DAZN rinunciasse alla rilevazione, Digitalia ‘08 garantirebbe comunque il minimo? Se non lo facesse o non si trovasse un accordo economico, DAZN sarebbe libera di cambiare concessionaria. Ci sarebbero concessionarie in grado di offrire a DAZN e al mercato listini attendibili su ascolti propri? Molto probabilmente sì, una concessionaria propria o piuttosto la concessionaria di Amazon, che già raccoglie le inserzioni calcistiche per le partite in esclusiva di Champions League.
Le partite e le squadre di Serie A hanno comunque pubblici garantiti, anche se non necessariamente identici negli anni, ed esistono dati storici degli ultimi campionati per valutarne la consistenza, anche predittiva.
Il precedente di Prime Video
Nel corso dello scorso campionato Prime Video ha trasmesso le partite di Serie A esclusive DAZN. Ha però smesso quando l’Agcom le ha imposto, a campionato in corso, l’obbligo di accettare la rilevazione dei propri ascolti, così come previsto dalle norme. Amazon Prime ha preferito rinunciare alle sette partite per giornata del campionato di Serie A pur di non far misurare i propri ascolti da soggetti terzi.
Gli editori delle piattaforme sembrano farne una questione di principio, intendono che il mercato accetti i loro dati, le loro misurazioni, concedendo al massimo una descrizione del metodo. Poiché ciascuno di loro ha criteri diversi di misurazione, si avrebbero dati comunque non confrontabili, non solo con quelli degli editori monitorati da Auditel, ma nemmeno tra una piattaforma e l’altra. Infatti, a fronte delle richieste di trovare comunque un modo che permetta l’interoperabilità dei dati di ascolto, le piattaforme sono univoche nel pretendere l’accettazione del loro metodo server to server (non SDK), tuttavia la granularità dei valori resi disponibili da ciascuna piattaforma non coincide spesso con quella delle altre.
Il quadro europeo e il caso italiano sulla audience delle piattaforme
A questo proposito va sottolineato come l’Europa abbia mancato al proprio compito di adeguarsi alla best practice, in questo caso quella italiana, e quindi l’EMFA (European Media Freedom Act) non obbliga le piattaforme a far monitorare le proprie audience da terza parte, da una JIC, e le lascia libere di fare come credono, purché dicano come. La Commissione ha di fatto accettato il volere delle piattaforme. Stando così le cose, DAZN Italia non avrebbe alcun motivo per differenziarsi dalle altre piattaforme ed essere l’unica monitorata da una JIC. Una conseguenza di questa decisione comporterebbe il fallimento del progetto Audicom di estendere alle piattaforme il modello di rilevazione SDK, al momento l’unico che consentirebbe di confrontare i risultati di tutti i diversi broadcaster. Se nessuno si iscrive alla rilevazione, o Audicom accetta i criteri delle piattaforme o prosegue senza le piattaforme.
DDL Abodi, Giovani calciatori al posto di audience e spettatori
Tornando al Disegno di legge Abodi, la ripartizione per ascolti e quella per spettatori paganti negli stadi viene sostituita dalla ripartizione basata sul numero di giovani italiani schierati in campo e tesserati da almeno 36 mesi dalla stessa squadra.
Per quanto riguarda la mutualità, e cioè la ripartizione dei diritti di messa in onda tra le squadre che partecipano al Campionato di Serie A, il Disegno di legge prevede, inoltre, una parte prevalente e comunque superiore al 50% egualmente distribuita (il 50% è il limite previsto dalla legge attualmente in vigore).
Il criterio degli ascolti televisivi, come quello delle presenze negli stadi, rende merito alle squadre più popolari, quelle con più tifosi e delle città più popolose. Squadre che, con o senza ponderazione, raccolgono gli ascolti più elevati dell’intero campionato. L’eliminazione del criterio ascolti televisivi e presenze negli stadi, e in parte la rimodulazione della mutualità, provocherebbe una gravosa perdita di introiti proprio per le squadre che hanno le tifoserie più numerose. Questo ribilanciamento delle risorse finanziarie comporterebbe la riduzione della capacità di spesa delle grandi squadre italiane e dunque una maggiore difficoltà nelle competizioni internazionali.