L’amministrazione Usa sta esercitando un “ricatto” per costringere l’Ue ad annacquare il suo pacchetto di norme sul digitale. Lo ha detto la vicepresidente della Commissione europea con delega alla Concorrenza e a una Transizione pulita, giusta e competitiva, Teresa Ribera, in un’intervista a Politico. Il segretario al Commercio Usa, Howard Lutnick aveva detto lunedì scorso a Bruxelles che gli Stati Uniti potrebbero modificare il loro approccio alle tariffe su acciaio e alluminio se l’Ue riconsiderasse le sue norme digitali. “E’ un ricatto”, ha detto la commissaria spagnola, “che questa sia la loro intenzione non significa che accettiamo questo tipo di ricatto”. Secondo Ribera il pacchetto di norme digitali dell’Ue non dovrebbe avere nulla a che fare con i negoziati commerciali, in quanto si tratta di una questione di sovranità.
Ribera, Usa rispettino la nostra sovranità come noi rispettiamo la loro
“Noi rispettiamo le regole, qualsiasi regola, che loro abbiano per il loro mercato: mercato digitale, settore sanitario, acciaio, automobili, standard, qualunque cosa”, ha detto riferendosi agli Stati Uniti. “E’ un loro problema. E’ la loro regolamentazione e la loro sovranità. Lo stesso vale qui”. Alla domanda sul perché avesse preso una posizione così dura, Ribera ha risposto che le osservazioni di Lutnick erano “un attacco diretto contro il Digital Markets Act (Dma)”. Ha aggiunto: “è mia responsabilità difendere un mercato digitale funzionante in Europa”.
L’intervento a gamba tesa di Lutnick arriva in un momento delicato nei negoziati sui dazi fra le due sponde dell’Atlantico. Washington, peraltro, considera il DMA come una normativa anti Big Tech, dal momento che ha l’obiettivo di regolare le grandi piattaforme come Microsoft, Google or Amazon che sono quasi tutte americane (a parte la cinese Byte Dance, casa madre di TikTok). Anche il Digital Services Act, che fra le altre cose vuole limitare l’hate speech, prende di mira i social network in primis X di Elon Musk.
Ma nonostante la determinazione mostrata da Ribera, le prime crepe cominciano a mostrarsi nella tenuta della Ue sul digitale e in particolare sul DMA.
Lutnick ha detto, dopo la riunione di lunedì, che alcuni ministri del Commercio dell’UE non erano così restii come la Commissione all’idea di rivedere le norme digitali dell’Unione. “Vedo molti ministri… alcuni sono più aperti di altri”, ha dichiarato a Bloomberg TV, affermando che se l’Europa vuole investimenti statunitensi, dovrebbe cambiare il suo modello normativo.
La tedesca Reiche più aperturista verso gli Usa
Almeno un partecipante europeo sembrava essere d’accordo. La ministra tedesca per l’Economia e l’Energia Katherina Reiche, intervenendo a margine della riunione, ha detto ai giornalisti di essere a favore di un ulteriore allentamento delle norme digitali dell’UE.
“La Germania ha chiarito che vogliamo opportunità per svolgere un ruolo nel mondo digitale”, ha affermato Reiche, citando specificamente il Digital Markets Act e il Digital Services Act. Reiche ha chiesto meno regole digitali e un maggiore utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA) in Germania, una tecnologia chiave anche per i giganti tecnologici statunitensi. “Senza l’implementazione di modelli di IA, non ci sarà un futuro luminoso”, ha aggiunto.


