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Dazi, per la Virkkunen regole Ue sul Digitale (DMA, DSA e AI Act) non sono negoziabili

Henna Virkkunen, la Commissaria Ue per la Sovranità digitale, dice chiaramente che le regole sul digitale basate sui valori europei non sono negoziabili al tavolo delle trattative con il Presidente Usa Donald Trump sui dazi. Sarà vero? C’è da dire che pochi giorni fa il G7 si è dovuto arrendere a Trump, siglando un accordo che di fatto abolisce la Global Digital Tax.

Virkkunen toglie dal tavolo DMA, DSA e Ai Act

In particolare, Virkkunen toglie dal tavolo negoziale le norme che regolano la moderazione dei contenuti online, soprattutto quella che riguarda le grandi piattaforme made in Usa; le regole antitrust, quelle sull’Intelligenza Artificiale. Tutta una serie di paletti che la commissaria finlandese ha voluto mettere e puntualizzare in una intervista al sito specializzato Politico.eu, non a caso alla vigilia dei colloqui in programma per oggi fra il Commissario Ue al Commercio Maroš Šefčovič e il collega responsabile del Commercio Usa Jamieson Greer sui dazi Usa al 10%, che entreranno in vigore il prossimo 9 luglio.

Indiscrezioni smentite?

Nei giorni scorsi, al contrario, era emersa l’indiscrezione che Ue e Usa fossero molto prossimi ad un accordo che contenesse le modalità di intervento sulle imprese Usa nell’ambito del Digital Markets Act.

“Il [Digital Services Act], il [Digital Markets Act] e l’AI Act, ovviamente, sono regole molto importanti per assicurarci di avere tecnologie affidabili”, ha detto Virkkunen, aggiungendo che queste norme non faranno parte dei negoziati commerciali con gli Usa da parte della Ue.Queste regole sono escluse perché sono “basate sui nostri valori europei”, sottolinea Virkkunen.

Usa fortemente contrari a DMA e DSA

Negli ultimi mesi, l’amministrazione Trump e i dirigenti del settore tecnologico statunitense si sono fortemente opposti alle normative tecnologiche dell’UE, sostenendo che il Digital Services Act consentirebbe la censura degli americani e che il Digital Markets Act colpisca ingiustamente le aziende statunitensi.

Usa vuole sospensione dell’AI Act

Washington ha anche chiesto la sospensione dell’AI Act dell’UE, una richiesta che sta guadagnando terreno tra i funzionari governativi europei e diversi dirigenti del settore tecnologico dell’UE.

Virkkunen ha anche respinto l’inquadramento delle sanzioni tecnologiche dell’UE come “dazi”, affermando che la Commissione non sta “cercando multe” e che le sanzioni hanno lo scopo di costringere le aziende a conformarsi.

La responsabile del settore tecnologico dell’UE ha inoltre indicato che la Commissione sta procedendo a pieno ritmo con le indagini in corso ai sensi del Digital Services Act dell’Unione, e ha promesso che molte di esse giungeranno a conclusione a breve.

“Ci sono così tante indagini in corso che siamo in grado di giungere a conclusioni su molte di esse nelle prossime settimane e mesi”, ha affermato. L’inchiesta più attesa riguarda X di Elon Musk.

X trovata inadempiente già un anno fa

La scorsa estate, la piattaforma è stata ritenuta in violazione preliminare delle norme UE sulla moderazione dei contenuti in materia di dark pattern, trasparenza pubblicitaria e accesso ai dati per i ricercatori.

Virkkunen non ha voluto commentare se ora sarebbe più facile per la Commissione concludere l’inchiesta ed emettere una multa contro X e Musk, dato che il miliardario della tecnologia è caduto in disgrazia presso il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Martedì Trump non ha escluso l’espulsione di Musk.

“Quando indaghiamo sulle piattaforme, ci basiamo su prove e sul nostro Digital Services Act, e non su chi ne sia il proprietario”, ha affermato Virkkunen.

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