Meta sta per cambiare il volto del dating online. L’azienda ha annunciato che all’interno di Facebook Dating arriverà un assistente AI con un compito preciso: ridurre la fatica da swipe, quella sensazione di esaurimento che molti utenti provano dopo ore passate a scorrere profili senza trovare un reale contatto.
L’AI non si limiterà a filtrare i profili in base a preferenze statiche, ma imparerà in modo dinamico da comportamenti, conversazioni e feedback. L’obiettivo è rendere il percorso più semplice e naturale: individuare potenziali match più compatibili, suggerire approcci personalizzati e persino generare messaggi iniziali automatici per rompere il ghiaccio.
Il cuore del sistema è la personalizzazione avanzata. Meta vuole superare la logica del “like” veloce per offrire interazioni più significative, aumentando così la permanenza degli utenti su una piattaforma che, come tutte le app di dating, fatica a trattenere a lungo la propria community.
I numeri del dating
Aecondo i dati più recenti, il mercato globale delle app di incontri vale oltre 6,1 miliardi di dollari nel 2024, con più di 350 milioni di utenti nel mondo. Tinder resta la piattaforma leader con circa 60 milioni di utenti attivi al mese e quasi 10 milioni di abbonati premium, generando 1,94 miliardi di dollari di ricavi nel 2024, anche se con una crescita rallentata (+1,1% rispetto al 2023). Grindr conta oltre 13 milioni di utenti attivi mensili a livello globale e circa 3,4 milioni nell’Unione Europea, mentre Hinge ha visto aumentare del 31% gli abbonati paganti nel primo trimestre del 2024, confermandosi l’app con il ritmo di crescita più sostenuto. Bumble, invece, con circa 2,8 milioni di utenti premium, ha mostrato segnali di difficoltà e sta ripensando il proprio modello di business.
Il quadro evidenzia come, nonostante la popolarità, le app di dating si trovino a un punto di svolta: la semplice logica dello swipe sembra non bastare più per garantire crescita e fidelizzazione.
Affidare all’AI la scelta dei match e la scrittura del primo messaggio apre interrogativi sulla spontaneità dei rapporti e sulla trasparenza delle decisioni algoritmiche. Il rischio è che la macchina finisca per sostituirsi troppo all’iniziativa personale, riducendo l’autenticità.