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Dati dei consumatori in vendita e recensioni manipolate, Amazon a caccia dei dipendenti infedeli

Il colosso dell’ecommerce globale ha annunciato l’avvio di una lunga indagine interna per capire cosa sta accadendo tra i suoi dipendenti e, soprattutto, trovare coloro che si sono macchiati di tradimento.

Secondo quanto riportato dal quotidiano americano Wall Street Journal, lavoratori di Amazon avrebbero accettato compensi e vere e proprie tangenti da aziende concorrenti e commercianti per ottenere informazioni riservate utili a conseguire un vantaggio sul mercato.

Ad esempio, in base a quanto rivelato dal giornale americano e ripreso stamattina dal britannico The Guardian, alcuni rivenditori hanno pagato i dipendenti Amazon per eliminare recensioni negative o conoscere l’indirizzo mail di consumatori scontenti.

Costa 300 dollari in media provare a chiedere la rimozione di un commento negativo dal sito.

Raggiungere un consumatore arrabbiato offre al commerciante la possibilità di offrirgli qualcosa, di chiedergli di rivedere il proprio commento negativo all’acquisto, magari dietro risarcimento o l’offerta di regali e bonus, recuperando punti di svantaggio rispetto alla concorrenza.

Ovviamente si tratta di dipendenti di medio livello, cioè di coloro che hanno “accessi privilegiati ai sistemi di gestione”.

Vera e propria corruzione, che secondo Amazon è avvenuta soprattutto in Cina, molto meno negli Stati Uniti.

Chiunque contravvenga al nostro codice etico – si legge in una nota dell’azienda fondata da Jeff Bezos – è soggetto ad azioni disciplinari, che comportano sia il licenziamento, sia sanzioni legali e penali”.

L’indagine interna appena avviata riguarderà anche i rivenditori stessi che hanno corrotto i dipendenti, con la promessa di severe azioni legali.

A seconda dei casi, si legge sul Wall Street Journal, le “bustarelle” per i dipendenti Amazon infedeli potevano aggirarsi tra i 100 ed i 2000 dollari a seconda dei casi.

In Cina si tratta di un sistema corruttivo piuttosto radicato e diffuso, che prevede la presenza di veri e propri intermediari, una specie di procacciatori di affari illeciti che mettono in contatto commercianti e il personale interno all’azienda, trattenendo per sé una lauta percentuale.

I rivenditori di Amazon sono oltre 2 milioni in tutto il mondo. Nel 2017 hanno generato ricavi per 200 milioni di dollari. La concorrenza tra gli attori è notevole, soprattutto per ottenere una migliore visibilità nella pagina dei risultati che segue la ricerca di un prodotto sulla piattaforma.

Chi sta più in alto in graduatoria, chi compare per primo e ha maggiore visibilità, raggiunge un maggior numero di consumatori ed ha più possibilità di vendere i propri prodotti.

Da tempo Amazon dà la possibilità anche a terzi di vendere attraverso i propri sistemi ecommerce.

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