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Data economy, l’obsolescenza dei sistemi aziendali brucia 120 miliardi di dollari l’anno negli USA

I dati sono il petrolio dell’era digitale. Ovunque la parola d’ordine è raccogliere il maggior numero di dati (big data) provenienti dalle più disparate attività economiche, culturali e sociali, con l’unico scopo di ottenere informazioni utili a migliorare (e monetizzare) il rapporto tra aziende, organizzazioni e cittadini/consumatori.

Ma per riuscire a far questo c’è bisogno di interconnessione. Si devono interconnettere reti, piattaforme e soluzioni, si devono digitalizzare e automatizzare i processi, si devono far crescere le competenze e migliorare i livelli di protezione (cybersecurity).

Secondo la recente indagine SnapLogic-Vanson Bourne, i danni economici alle imprese per l’obsolescenza dei sistemi interni, per i dati persi (o isolati) e lasciati fuori dai processi di interconnessione, ammonterebbero ogni anno a 140 miliardi di dollari di introiti mancati.

Lo studio si riferisce ad organizzazioni attive sui mercati del Nord America e del Regno Unito. Il problema dei disconnected data affligge ancora una larga fetta di imprese e il 47% degli intervistati ritiene che tale disfunzione interna sia altamente dannosa, in termini di impatto sul livello di innovazione di prodotto e servizio.

Il 46% la ritiene altamente dannosa anche nelle strategie di marketing, nell’ingaggio, nella customer service/care e nel rapporto col cliente in generale.

L’obsolescenza delle infrastrutture allo stesso modo disturba la strategia di mercato delle imprese per il 41% dei 500 IT decision makers che hanno partecipato alla survey. In questa situazione i dati rimangono letteralmente intrappolati (data trapped) in piattaforme che non è possibile interconnettere tra loro e con l’intero sistema aziendale.

Altri danni collaterali, legati ai disconnected data, sono

Tutti fattori negativi che pesano all’interno dell’azienda e causano danni economici rilevanti. Quelle americane, secondo i ricercatori, perdono 120 miliardi di dollari l’anno, mentre quelle britanniche circa 20 miliardi di dollari.

La cosa importante, secondo Gaurav Dhillon, fondatore e amministratore delegato di SnapLogic, è ripensare il modo in cui le aziende si avvicinano ai dati, il modo in cui li gestiscono, li elaborano, li organizzano e li valorizzano: “Se un’impresa non riesce ad essere innovativa e competitiva, non riuscirà a portare il prodotto sul mercato nei tempi giusti e non riuscirà a ad offrire un servizio di qualità al cliente, e questo molto probabilmente perché non è stata capace di sfruttare l’interconnessione tra sistemi e valorizzare i dati in suo possesso”.

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