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Data center, telemarketing e guida autonoma: perché il Governo non lascia fare al Parlamento?

CAMERA DEI DEPUTATI. AULA

Ci sono alcuni temi strategici per lo sviluppo dell’ecosistema digitale italiano fermi al palo. Si tratta di temi fondamentali come il telemarketing, i data center e la guida autonoma i cui provvedimenti di riferimento vanno molto a rilento, per non dire che sono di fatto fermi al palo.

Telemarketing e data center testi fermi in Commissione

Sui primi due temi, vale a dire telemarketing e data center, ci sono due testi fermi in Commissione da un sacco di tempo. Attendono entrambi che il Governo li sblocchi per andare avanti nell’iter parlamentare.

Ma perché questi due temi sono fermi, in attesa del via libera del Governo?

Per quanto riguarda i data center, il testo, che è una proposta unitaria di diversi partiti di maggioranza e opposizione (Azione, PD, FI, FdI, M5S) era arrivato in aula a inizio estate, soltanto per essere rimandato in commissione per questioni legate alle coperture finanziarie. Che per gli addetti ai lavori è considerata abbastanza una scusa, trattandosi di una legge delega. Fatto sta che si è tornati allo stadio della presentazione di emendamenti in commissione che elimineranno queste voci di spesa e miglioreranno il testo. Ad ora i pareri non sono arrivati, non si capisce se perché si aspetta un decreto del MASE o uno del Mimit.   

Gara tra ministeri?

Sembra esserci una gara tra i ministeri. Il Mimit ha pubblicato la settimana scorsa una strategia sui data center frutto di una consultazione avvenuta in estate. In maniera quasi paradossale, fa una lista dei provvedimenti che sarebbero necessari sui vari fronti (autorizzazioni, urbanistica, codice Ateco, aspetti ambientali ed energetici, competenze ecc.) ammettendo che c’è una PdL che tratta esattamente questo tema in parlamento, ma che non viene mandata avanti.

Dall’altra parte, il Mase ha annunciato già prima dell’estate il cosiddetto decreto energia che contiene un articolo specifico sull’iter autorizzativo sui data center, che però ad oggi non ha ancora visto la luce.

E siccome la politica aborre il vuoto, questo vuoto normativo sui data center sta dando adito alle Regioni di agire in autonomia (Lombardia in primis), con una serie di leggi regionali autonome e linee guida locali come quelle della Puglia.

PdL sui call center a che punto siamo?

Sui call center c’è una Pdl di maggioranza (On. Longi) da più di un anno che tocca tanti temi di tipo occupazionale e di diritti dei consumatori, tra cui il tema telemarketing selvaggio ed illegale, a cui sono state abbinate proposte anche dell’opposizione. Ma anche lì ancora non sono stati votati neanche gli emendamenti in commissione. E naturalmente anche su questo tema il mondo va avanti (e per fortuna dato il volume in aumento delle chiamate di questo genere).

Regolamento Agcom anti spoofing procede

Il 19 novembre  entrerà in vigore la seconda parte del regolamento anti spoofing dell’Agcom che riguarda le numerazioni mobili dopo che quelle provenienti da numero fisso erano state bannate prima dell’estate. Ma il fenomeno è sempre più fuori controllo. Cosa si attende ad approvare la Pdl che rivede e inasprisce il quadro contro il telemarketing selvaggio, tutela chi invece fa legittime attività ma soprattutto tutela i consumatori, che non debbano essere rimbalzati per ore da sistemi automatici, o che debbano ascoltare 10 volte di seguito una versione stridente di Per Elisa in attesa?

Guida autonoma, codice della strada va modificato

Sulla guida autonoma, infine, è stata presentata più di una proposta di risoluzione in commissione da parte di Fratelli d’Italia (On. Raimondo) per modificare, tra le altre cose, il codice della strada in modo che si tolga il riferimento al ‘guidatore umano’. Il MIT peraltro potrebbe accelerare questo iter, questa riforma del codice della strada, visti i buoni rapporti fra il ministro Matteo Salvini e Elon Musk. Un tema, la guida autonoma, su cui punta molto anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che ha citato l’Italia come possibile apripista quanto meno della fase di test, con l’iniziativa dei 60 sindaci nostrani pronti a impegnarsi i questo senso.

Parlamento esautorato?

In questo caso, la risoluzione ha visto una calendarizzazione molto rapida nei lavori della commissione e i pareri sono arrivati assai rapidamente. Probabilmente si arriverà a un testo unico di commissione. Ma si sa, le risoluzioni sono strumenti molto light. La cosa strana è che gli stessi impegni erano stati presentati sotto forma di emendamenti parlamentari proprio nel corso della revisione del codice della strada qualche mese fa, eppure non sono stati presi in considerazione. Quindi si sostituisce a un emendamento una ‘indicazione’ che lascia al governo ancora una volta tutta l’onere e l’onore di fare le leggi.

Social e Minori in fase ‘di valutazione’ al Senato

La domanda è se ci sia una sorta di accanimento sull’attività del Parlamento da parte del Governo, almeno sui temi tecnologici.

Non è neanche da dire che il parlamento si muove troppo lentamente perché i tempi dei lavori parlamentari sono dettati e dovuti anche e soprattutto dai tempi de pareri del governo, che oramai gestisce le danze. Su questi tre temi il parlamento era stato precursore nell’individuare le criticità e le potenziali soluzioni, peraltro molto simili a quelle che il governo e le agenzie ora si apprestano a varare. C’era bisogno di togliere il terreno da sotto i piedi di un parlamento sempre più esautorato, su temi non divisivi politicamente, su cui l’Italia è indietro?

Dulcis in fundo, anche al Senato non stanno tanto bene, con il DDL Social e Minori in fase “valutativa” da un bel po’ di tempo.

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