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Data center Lepida, arriva la business continuity locale

Nel corso del 2016 è entrato a pieno regime il Data Center di Ravenna che, data la crescente richiesta di servizi IT da parte degli enti e il conseguente incremento del carico IT, ha già previsto una prima espansione per ospitare nuovi apparati: si tratta di una seconda cage con ulteriori 12 armadi rack disponibili. La scalabilità e la modularità dell’infrastruttura fisica e delle facility, previste come elemento strategico di progettazione, garantiscono la granularità degli investimenti e la sostenibilità finanziaria del progetto complessivo, oltre ad abilitare nuovi servizi.

Infatti, la disponibilità della seconda cage, si legge nel comunicato Lepida, ovvero di un modulo autoconsistente all’interno del data center dotato di quadri di alimentazione e di unità di condizionamento dedicati, consente di implementare un sistema di business continuity locale. Le due cage dispongono, ciascuna, di apparati computing e storage indipendenti che, opportunamente virtualizzati, garantiscono il mirroring completo dell’infrastruttura di un Ente.

In altri termini, un cluster di host fisici distribuito nelle due cage ha a disposizione spazio disco replicato su apparati storage residenti in cage distinte. Questo implica che il fault di uno storage array, di un insieme di server o, più in generale, l’intera indisponibilità di una cage, consente agli enti che implementano tale architettura di garantire la continuità operativa con downtime zero ai propri utenti.

Il servizio è disponibile ai soci prima dell’estate per soluzioni che prevedano componenti computing in dedicated hosting, ovvero per i servizi computing erogati da host fisici dedicati (BaaS e CBaaS). In questo scenario, un cluster VMware, Hyper-V o realizzato con altre tecnologie di virtualizzazione dedicato ad un ente, è facilmente distribuito sulle due cage e, grazie alla virtualizzazione dello storage, potrà in modo trasparente contare sul mirroring dei dati.

Analogo disegno può essere implementato, per esempio, per un cluster Oracle (RAC). Il servizio non prevede costi aggiuntivi, ma il solo costo delle risorse già previste nel listino Lepida. In termini pratici, il valore economico di un’infrastruttura di questo tipo è dato dal costo dei server BaaS/CbaaS (almeno due,

evidentemente) e dal costo dello storage utilizzato, considerando che in caso di mirroring il disco utilizzato è evidentemente il doppio dello spazio utile.

Un’evoluzione futura di tale architettura, è precisato nel comunicato Lepida, anch’essa derivante dalla nativa integrazione tra l’infrastruttura di rete e i servizi di data center, consentirà l’erogazione di un servizio di business continuity in geografico. Infatti, è in fase di realizzazione l’aggiornamento della componente di trasporto WDM della Rete Lepida, che abiliterà la possibilità di realizzare circuiti ottici tra data center.

Questa prospettiva renderà compiuto il disegno strategico di una federazione di tre data center regionali, connessi dalla Rete Lepida, in grado di operare in business continuity e di erogare mutuamente servizi di disaster recovery.

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