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Data center, infrastrutture critiche per lo sviluppo dell’AI in Italia. Previsti 21 miliardi di investimenti in cinque anni (Report IDA)

ADOLFO URSO, MINISTRO MIMIT, SHERIF RIZKALLA, PRESIDENTE IDA

Il mercato italiano dei data center è cresciuto del 6% nel 2024 per un totale di 287 MW, ma nel 2025 si stima una crescita ulteriore di 110 MW e di quasi 250 MW nel 2026. Nei prossimi 3 anni sono previsti investimenti per più di 21 miliardi di euro.

Lo scrive IDA (Italian Datacenter Association) nel suo report sui Data Centers in Italia, presentato ieri a Roma alla presenza fra gli altri del ministro Adolfo Urso (Mimit) e di Gilberto Pichetto Fratin (Mase) che in video è interventuo sul DL Energia, in dirittura d’arrivo, con misure ad hoc per la semplificazione energetica del settore.

Un’accelerazione nella crescita sottolineata dal presidente di IDA, Sherif Rizkalla, secondo cui nel 2028 l’Italia supererà la soglia critica del Gigawatt, con un obiettivo stimato in 1,2 GW, in linea con l’accelerazione degli investimenti.

Quanti investimenti?

A spingere il mercato, gli investimenti dei grandi hyperscaler e non. Gli annunci da oltre un miliardo di investimenti sono diversi.

Ad aprile 2024 Data4 ha annunciato un miliardo di investimenti in un campus a Vittuone, vicino a Milano. Mil02 sarà composto da 8 data center.

A Maggio 2024 Apto ha annunciato il più grande campus di data center del paese, sempre vicino a Milano, a Lachiarella.

A maggio 2025 AWS ha annunciato investimenti per 1,2 miliardi per ampliare la sua regione cloud nella Regione di Milano.

A Gennaio 2025 Microsoft ha raddoppiato gli investimenti in data center in Italia, portandoli a 10 miliardi.

A Febbraio Eni ha annunciato la costruzione di data center da 1 GW pronti per l’AI, il primo dei quali sarà realizzato a Ferrera Erbognone.

C’è da dire che l’80% dei data center italiani si trova nell’area di Milano, il che ha spinto il ministro Urso ad auspicare una sorta di “redistribuzione geografica” delle strutture per evitare la saturazione e problemiatiche di carattere energetico.

Investimenti complessivi, come detto, per 21 miliardi nei prossimi 3 anni in Italia, una somma di tutto rispetto per quanto in Spagna, ad esempio, AWS abbia da poco annunciato un investimento complessivo di 14 miliardi.

Rizkalla (IDA): ‘Data center infrastruttura critica per il futuro dell’Italia a sostegno dell’AI’

Il presidente di IDA Sherif Rizkalla individua tre sfide fondamentali per il settore: la prima è quella normativa: “serve un quadro chiaro su tempi e prerequisiti, per non fare la fine dell’Olanda”. La seconda è quella energetica: “Per ora il panorama in Italia è tranquillo, ma bisogna diversificare le fonti a 5 anni. L’esempio negativo da non seguire è l’Irlanda, dove il 18% del consumo nazionale sulla rete elettrica arriva dai data center. E’ troppo”. La terza è la sfida delle skills, dei talenti da sviluppare in Italia. Per risolvere i nodi, IDA collabora con MIMIT e MASE, mentre il 16 ottobre con Data Center Day aprirà le porte dei data center agli studenti.

Urso: ‘L’Italia sui data center può dire la sua’

“L’Italia – ha sottolineato il ministro delle Imprese, Adolfo Urso intervenuto alla presentazione del Rapporto – ha le condizioni per poter dire la sua. Abbiamo una rete energetica fra le più performanti al mondo, una infrastruttura in fibra ottica solida che sta migliorando, una importante infrastruttura di cavi sottomarini. Non siamo stati un grande attore per l’energia del passato, potremmo esserlo per questa “energia del futuro”. Alla partita sta partecipando anche il pubblico con il Polo Strategico Nazionale.

A favore dell’Italia anche la grande quantità di cavi sottomarini che arrivano sulle nostre coste, aggiunge Urso, che ricorda palermo come prossimi hub del Mediterraneo per la rotta che arriva dall’Africa.

AI, Urso: “Fiducioso che una delle gigafactory europee sarà in Italia

“Abbiamo messo insieme in un unico progetto le proposte che erano state fatte da tre attori italiani e, unificando i progetti, riteniamo che questo sia più performante di altri. Anche in questo caso l’Italia ha dimostrato di agire come un sistema paese e questo è un punto di vantaggio e sono molto fiducioso che una delle gigafactory sia assegnata all’Italia, aggiunge Urso. “E’ verosimile che sia coinvolta una regione meridionale”, ha aggiunto Urso riferendosi al bando europeo che prevedere la costruzione di cinque Gigafactory AI in Europa.

Pichetto Fratin: ‘Interverremo nel DL Energia per semplificare i procedimenti’

È chiaro, però, che anche la sfida sul fronte energetico e della sostenibilità è un aspetto centrale dello sviluppo del settore. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, intervenuto in video all’evento Ida, l’ha ricordato: “Interverremo con il nuovo decreto legge energia per semplificare l’iter dei permessi rendendoli più semplici e rapidi”.

“Sul piano delle autorizzazioni – ha sottolineato Laura D’Aprile, capo dipartimento per lo Sviluppo Sostenibile del Mase – il Ministero ha proposto, all’interno del decreto legge energia, un iter semplificato ed accelerato che prevede un procedimento di autorizzazione unica da concludersi entro dieci mesi dalla verifica della completezza della documentazione, con termini dimezzati per le valutazioni di impatto ambientale, fatte salve le procedure semplificate già vigenti per gli investimenti di interesse strategico nazionale”.

Sarebbe un bel salto in avanti visto che i tempi medi per una autorizzazione oggi va dai 4 ai 7 anni. Uno degli obiettivi, infine, è inserire i data center nel novero dei settori energivori.

Nobile (Agid): ‘Ai No Data Center rispondere con i numeri’

Mario Nobile, direttore generale di AgID, ha ricordato che le resistenze sul territorio dei No Data center (che riecheggiano in qualche modo i No 5G e i No Tav) sono diffuse. Come rispondere? Dalle indagini svolte a livello internazionale emerge che, per “servire un pianeta con 8,2 miliardi di abitanti, serviranno data center con una potenza complessiva di 300 gigawatt. Oggi siamo a 60, in gran parte basati negli Usa e in Cina. In Italia siamo tra 500 megawatt e un giga. C’è un enorme spazio di crescita e, infatti, i Paesi del Golfo stanno investendo massicciamente in questo campo. Non possiamo tirarci indietro davanti a un’opportunità che è anche un’esigenza, visto che tutti consumiamo potenza dei data center con i nostri smartphone o scaricando un film, usando lo streaming”. E se è vero che queste infrastrutture consumano energia e producono calore, per Nobile bisogna guardare al risultato finale: “i forti cali di consumi energetici nei trasporti, il miglioramento delle cure mediche, la riduzione delle emissioni dell’industria e l’aumento dell’efficienza dell’agricoltura che deriveranno da un uso diffuso dell’intelligenza artificiale alimentata dai data center”.

Tlc, Di Raimondo (Asstel): Tlc e Data center alleati per la filiera italiana dei talenti

“Le reti di telecomunicazioni costituiscono le fondamenta invisibili della digitalizzazione. Se vogliamo che l’Italia diventi davvero un hub digitale attrattivo, dobbiamo investire sulle competenze, rafforzare le sinergie tra pubblico e privato e creare condizioni che consentano di trattenere e attrarre i talenti” – ha dichiarato Laura Di Raimondo, Direttore Generale di Asstel – Assotelecomunicazioni, intervenendo al Symposium 2025, organizzato da IDA, nel panel “Costruire il capitale umano dei Data Center: formare oggi i professionisti di domani”.

Di Raimondo ha evidenziato come la sinergia tra telecomunicazioni e data center sia un passaggio imprescindibile per lo sviluppo digitale del Paese. “TLC  e Data Center sono un’alleanza naturale: senza reti non c’è digitalizzazione, senza infrastrutture di calcolo non c’è capacità di gestire i dati. È su questa complementarità che dobbiamo costruire una filiera italiana dei talenti, che non solo risponda ai bisogni delle imprese ma sappia attrarre giovani professionisti e valorizzarli”.

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