Lo studio

Data center, il peso del facility management nella trasformazione digitale

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"Il 30% delle medie e grandi aziende - secondo IDC - andrà incontro a disfunzioni nei servizi IT a causa del “mismatch” tra potenza erogabile e carico di lavoro provocato dal gap di obsolescenza delle infrastrutture fisiche rispetto a quelle IT".

L’attenzione crescente delle imprese verso l’innovazione digitale da una parte è da considerarsi fisiologica alla “trasformazione” in atto, dall’altra sta influenzando in maniera evidente l’evoluzione delle architetture dei data center.

Tali infrastrutture IT stanno favorendo competitività e raggiungimento dei target di mercato, ad una velocità mai vista prima. L’internet delle cose, il machine learning, i big data, il cloud, il cognitive computing e la realtà aumentata, consentono un’accelerazione notevole della produzione mantenendo obiettivi di efficienza e di performance.

Un panorama dinamico che cambia rapidamente e che però necessità di una riflessione attorno ai concetti di power & cooling, di efficienza energetica, di consumi, di resa dell’infrastruttura fisica, delle facilities. Un’urgenza, l’ha definita IDC, che viene da lontano e che ci è utile “per riallineare cicli di replacement che hanno visto aumentare nel tempo la vita media delle infrastrutture fisiche rispetto a quelle IT, determinando un “gap di obsolescenza” che può mettere a serio rischio la capacità di innovazione”.

Entro il 2019, spiegano i ricercatori IDC, “i nuovi rack di sistemi iperconvergenti e iperscalari arriveranno a rappresentare il 60% delle installazioni di server, storage e networking nei data center, impattando profondamente sulle modalità di alimentazione e raffreddamento”.

L’impiantistica, un termine che sembra venire da ere remote, sembra essere rimasta fuori dai processi d’innovazione digitale, come dalle riflessioni generali. Eppure impianti come quelli di raffreddamento, di riscaldamento, elettrici, per l’efficienza energetica, idrici e per la sicurezza delle strutture, rimangono ancora centrali quanto gli asset digitali di un’impresa.

Oltre a far convergere capacità computazionali, di storage e di rete in singoli rack di sistemi IT, comprensivi del software necessario, una priorità per molte aziende al fine di velocizzare la disponibilità delle risorse e ridurre il tempo speso per la loro gestione, “è altrettanto indispensabile allocare dinamicamente risorse di raffreddamento laddove richiesto. La modularità e l’automazione devono diventare caratteristiche precipue anche delle facility, non solo della componente IT del data center, fornendo nel contempo visibilità in tempo reale sulle operazioni e i consumi”.

Nei prossimi due anni, stima IDC, il 30% delle medie e grandi aziende andrà incontro a disfunzioni nei servizi IT a causa del “mismatch” tra potenza erogabile e carico di lavoro provocato dal gap di obsolescenza delle infrastrutture fisiche rispetto a quelle IT”.

Considerando poi la centralità dei data center nella vita delle imprese, c’è il rischio serio che “ogni malfunzionamento si tradurrà in una interruzione dei servizi digitali aziendali con serie ripercussioni per il business”.