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Dalla proprietà alla condivisione, Torino sperimenta la mobilità come servizio (MaaS)

La classifica delle città che hanno superato i limiti giornalieri di polveri sottili (PM10) più di una volta nel 2018, vede ai primi posti principalmente da città del Centro Nord Italia, nelle prime venti posizioni, tranne Frosinone, sono tutti centri del Nord padano.

Torino è al settimo posto, di questa poco invidiabile lista di centri urbani avvelenati da gas di scarico, ozono (O3), poveri sottili e diossido di carbonio (CO2).

Il capoluogo piemontese ha superato tali limiti per 134 giorni durante l’anno passato, secondo il dossier di Legambiente “Mal’aria 2019 e si è posizionata al primo posto in Italia, con 87 giorni di sforamento, per i livelli di polveri sottili.

Brescia è la città che ha superato il maggior numero di giornate fuorilegge con 150 giorni (47 per il Pm10 e 103 per l’ozono), seguita da Lodi (149) e Monza (140).

Stando ai dati dell’Agenzia europea per l’ambiente, sono oltre 422 mila le morti premature all’anno per inquinamento atmosferico e l’Italia si colloca tra i Paesi europei peggiori, con più decessi in rapporto alla popolazione, pari a più di 60.600 nel solo 2015.

L’unico modo per uscir fuori da questa situazione terribile, prima che peggiori in maniera irreversibile, è fare della mobilità sostenibile, alternativa ed intelligente (smart mobility) il motore del cambiamento e ripensare le città per le persone e non per le auto.

Proprio la Giunta comunale di Torino ha annunciato in settimana il lancio della sperimentazione della piattaforma cittadina di Mobility-as-a-Service (MaaS): “per un anno, un centinaio di torinesi – reclutati attraverso un bando che terrà conto del coefficiente Isee di chi si candiderà e privilegerà coloro che hanno deciso di rottamare la propria auto senza sostituirla con una nuova o che vivono in zone dove sono in programma politiche per disincentivare l’utilizzo del mezzo privato – avranno a disposizione dei buoni di mobilità da utilizzare per spostarsi attraverso la città utilizzando servizi di trasporto a basso impatto ambientale, sostenibili e in condivisione”.

Un paio di giorni fa, inoltre, la stessa Giunta Comunale ha approvato il protocollo d’intesa per la redazione congiunta, con la Città Metropolitana, del nuovo Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. Una strategia, si legge nella nota diffusa dall’amministrazione, che mira ad integrare la pianificazione urbanistica con i servizi di trasporto collettivo su ferro, con l’utilizzo delle nuove tecnologie e della sharing mobility, puntando altresì sulla mobilità ciclopedonale, la riqualificazione dello spazio urbano e le green infrastructure, la logistica urbana delle merci sostenibile, il tutto all’insegna della partecipazione e della condivisione.

Per MaaS si intende un nuovo modello di mobilità, cioè la mobilità come servizio, che presuppone il passaggio da un paradigma di proprietà personale dei mezzi di trasporto individuali ad uno di fruizione condivisa della mobilità, intesa, appunto, come servizio.

Fondamentale, per l’avvio del servizio, spiegano sul sito del Comune, è l’implementazione di un’unica piattaforma tecnologica che abiliti l’integrazione tra le diverse opzioni di mobilità, sia in termini di pianificazione del viaggio (route planner intermodale, informazioni in tempo reale su tempi di viaggio e distanze), sia in termini di fruizione (prenotazione e pagamento dei servizi tramite unico abbonamento o borsellino elettronico).

Attraverso le piattaforme digitali MaaS, infatti, gli utenti potranno così pianificare viaggi end-to-end (letteralmente “da un punto a un altro”) aggregando tutti i mezzi di trasporto, pubblici e privati, disponibili in città e pagare il servizio tramite un abbonamento mensile o in base all’utilizzo.

L’Italia è uno dei Paesi europei con il più alto tasso di motorizzazione (con una media di circa 65 auto ogni 100 abitanti). Valori enormi se confrontati con quelli di alcune capitali europee: a Parigi ci sono 36 auto per 100 abitanti come a Londra e a Berlino, a Barcellona 41, a Stoccolma e Vienna 38.

Per ridurre il parco circolante in Italia, si legge nel Rapporto di Legambiente, si dovrebbe prevedere, ad esempio, un bonus di rottamazione per chi vuole rottamare l’auto inquinante senza acquistarne una nuova. Inoltre, è fondamentale incentivare davvero la mobilità sostenibile, potenziando il trasporto pubblico locale, urbano e pendolare, prevedere reti di piste ciclabili che attraversino nelle diverse direttrici i centri urbani; ma anche ripensare il proprio stile di vita in una chiave più ecofriendly, magari condividendo i mezzi di trasporto.

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