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Dal digital twin all’uso dei dati: le nuove sfide per una sanità digitale inclusiva

Doctors in a research station with digital screens and keyboard

Una sanità a prova di futuro, più omogenea e accogliente, che accolga le nuove opportunità e, semplificando le prassi, superi qualsivoglia criticità. Nell’ambito dell’evento “Innovazione digitale e salute: la proposta dell’industria ICT per una sanità digitale inclusiva” presso l’istituto Luigi Sturzo (palazzo Baldassini) a Roma, si è parlato in particolare del rafforzamento delle competenze digitali, di come migliorare l’interoperabilità dei dati, della disciplina della privacy.

Secondo il rapporto “Il Digitale in Italia” 2023 – realizzato da Anitec-Assinform, l’Associazione Italiana per l’Information and Communication Technology (ICT) aderente a Confindustria – il mercato ICT in sanità ha toccato lo scorso anno un volume di 2.229,5 milioni di euro, con previsioni di crescita fino a 2.360,1 milioni nel 2024 e 2.849 milioni nel 2026. Solo il cloud vale oltre 200 milioni di euro in questo comparto e le soluzioni di intelligenza artificiale sono sempre più diffuse (oltre +35% tra il 2022 e il 2023).

Digital twin in medicina

Secondo i dati pubblicati nel white paper Anitec-Assinform, “Una visione di futuro per la sanità digitale”, la trasformazione digitale di questo comparto è guidata da finalità ambiziose (la telemedicina, ad esempio, rappresenta una priorità per il 72% delle strutture sanitarie), ma nel corso dell’evento Fulvio Sbroiavacca, coordinatore Gdl “Digital Transformation in Sanità” Anitec-Assinform, ha parlato (anche) di digital twin, spiegando che “nel prossimo futuro capiterà di assumere un farmaco dopo che è già stati provato dal nostro gemello digitale, ricavandone così in anticipo ogni informazione utile sulla bontà di una terapia”.

Digital twin che – ha proseguito Sbroiavacca –, “inizierà a colloquiare con medici specialisti digitali quale parte di un’intelligenza artificiale sempre più diffusa”. Fermo restando, ancora le sue parole, che “la terapia sarà prescritta sempre più dal nostro medico con il supporto di banche dati, colme di informazioni globali ma anche specifiche di un territorio o di una comunità, e di potenti algoritmi sia predittivi sia prescrittivi”. Un gemello digitale – e a più ampio raggio la sanità digitale tutta – per “migliorare il benessere della persona e la qualità della vita”. Persone che siamo noi, “cittadini e pazienti, ma dobbiamo essere attivi protagonisti del cambiamento insieme alle strutture sanitarie nazionali”, il commento di Domenico Favuzzi, vicepresidente Anitec-Assinform.

Sanità digitale e privacy

A conti fatti, dunque, la definizione di digital twin è l’insieme di dati di un individuo che dura l’intera vita, combinato con modelli alimentati dall’AI in grado di “interrogare” i dati per rispondere a una serie di quesiti clinici. Sul tema del trattamento dei dati sanitari, nel corso della tavola rotonda “L’impegno delle istituzioni per una sanità digitale inclusiva” è intervenuto Guido Scorza, componente del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali.

Nel rammentare che dal 23 maggio 2018 è divenuto pienamente applicabile in tutti gli Stati membri il Regolamento Ue 2016/679 – noto come Gdpr, il General data protection regulation relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento e alla libera circolazione dei dati personali –, l’avvocato Scorza ha precisato che “non solo si può fare, ma bisogna fare una sanità digitale preservando la privacy delle persone”. E ancora: “Non deve esistere alcun antagonismo né tra il diritto alla salute e il diritto alla protezione dei dati personali né tra quest’ultimo e il diritto all’innovazione, che è semplicemente proiezione nel futuro del diritto a fare business”.

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