Ha fatto scalpore la totale inversione a U della Svezia, il paese più cashless del mondo, costretta a tornare sui suoi passi spingendo i cittadini a riprendere in mano i soldi veri. Almeno parzialmente. Motivo? Il timore che una società totalmente cashless fosse troppo esposta a potenziali minacce cyber alla sua sicurezza nazionale, in particolare finisse sotto scacco degli hacker russi che premono sui confini baltici.
Scommessa cashless vinta
E dire che sette anni fa, nel 2018, la Svezia aveva scommesso sulla completa digitalizzazione dei pagamenti entro il 2025 e quest’anno si era arrivati ad una media invidiabile: un solo pagamento con soldi di carta su dieci transazioni. Il 90% dei pagamenti totalmente virtualizzato. Lo strumento più comune di pagamento era la carta di debito, seguito dal sistema di pagamento mobile svedese Swish, lanciato nel 2012 da sei banchi e ormai ubiquo.
Resta il fatto che secondo stime della banca centrale Svezia e la vicina Norvegia hanno il tasso più basso del mondo di contante in circolazione in rapporto al PIL.
I venti di guerra hanno cambiato il contesto
Ma nel contesto odierno, con la guerra in Ucraina che rischia di espandersi in Europa, l’imprevedibilità negli Stati Uniti e la paura di attacchi ibridi russi ormai parte integrante della vita quotidiana in Svezia (i paesi baltici non a caso sono entrati nella NATO dopo decenni di neutralità), la vita senza contanti non si sta rivelando il sogno che si pensava.
Tale è la gravità percepita della situazione che le autorità stanno cercando di incoraggiare i cittadini a detenere e utilizzare contanti in nome della protezione civile. A novembre, il Ministero della Difesa ha inviato a ogni casa un opuscolo intitolato “Se arriva una crisi o una guerra”, consigliando di utilizzare regolarmente contanti e di conservarne una scorta minima per una settimana in vari tagli per “rafforzare la preparazione”.
Ritorno forzato ai contanti
Nel suo rapporto, la banca centrale afferma: “È necessario adottare misure per rafforzare la preparazione e ridurre l’esclusione, in modo che tutti possano pagare, anche in caso di crisi o guerra”. Per anni, afferma, l’efficienza è stata la priorità per i pagamenti, ma ora la sicurezza e l’accessibilità “sono almeno altrettanto importanti”. A dicembre il governo ha pubblicato i risultati di un’indagine che proponeva di obbligare alcuni enti pubblici e privati ad accettare contanti, una raccomandazione che, secondo la banca centrale, le autorità dovrebbero attuare.
Il progetto e-krona si è chiuso
Negli ultimi anni, la banca centrale ha lavorato a una propria valuta digitale, la “e-krona”, a fronte del declino del contante. Ma il progetto si è concluso un paio di anni fa e la banca ora si concentra sul monitoraggio dello sviluppo globale delle valute digitali.
Norvegia sulla stessa linea d’onda: obbligo di accettare i contenti per i negozianti
La Svezia non è l’unico paese nordico a fare marcia indietro sui piani per una società senza contanti. L’anno scorso la Norvegia, che ha una app equivalente di Swish chiamata Vipps MobilePay, ha introdotto una legge che prevede multe o sanzioni per i commercianti che non accettano contanti. Il governo ha anche raccomandato ai cittadini di “tenere un po’ di contanti a portata di mano a causa della vulnerabilità delle soluzioni di pagamento digitale agli attacchi informatici”. L’ex ministro norvegese della giustizia e delle emergenze, Emilie Mehl, lo ha detto chiaramente: “Se nessuno paga in contanti e nessuno accetta contanti, il contante non sarà più una vera soluzione di emergenza una volta che la crisi sarà alle porte”.
In definitiva, quando si tratta di pianificazione delle emergenze, le due società più cashless al mondo continuano a fare affidamento sul contante.