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Da hotel a trend, come cambia il turismo per la generazione Z

di Sara Marabotti, digital consultant |

La gen Z è la generazione che passa più tempo sui social e a cui piace sfoggiare le proprie esperienze su Instagram e soprattutto TikTok.

Neanche troppo tempo fa, per scegliere la meta di una vacanza ci si affidava ad agenzie di viaggi o al passaparola di amici e parenti. Ora l’approccio è totalmente cambiato, soprattutto per la generazione Z, che passa tutto l’anno a salvare post sui social di posti paradisiaci, hotel mozzafiato ed escursioni avvincenti.

Per questo, è importante che da parte di organizzatori di viaggi, proprietari di residenze, albergatori e via dicendo venga fatto il possibile per rendere il loro servizio una vera e propria esperienza, magari al punto tale da renderla un trend.

Guardando sui social network come Facebook, Instagram e TikTok, è facile imbattersi in video e foto di influencer e travel blogger che sponsorizzano posti dove andare in vacanza o semplicemente passare un weekend, elencando e mostrando tutti i motivi per cui sceglierlo, dal cibo agli scorci più nascosti. Come è ormai risaputo, la gen Z è la generazione che passa più tempo sui social e a cui piace sfoggiare le proprie esperienze su Instagram e soprattutto TikTok. In un certo senso, sentono di dover vivere all’altezza dei social, per far vedere ai propri followers, anche se pochi, e ai propri pari ciò che hanno vissuto, spesso con una vena un po’ sentimentale che li contraddistingue.

Come i membri della Gen Z vivono le loro vacanze

La generazione Z, secondo la definizione più comune, comprende i nati tra il 1995 e il 2015, i cosiddetti “nativi digitali”, che hanno sempre vissuto con smartphone e internet. Hanno infatti forti competenze tecnologiche, capacità di multitasking e il desiderio di esperienze personalizzate e costruite su misura. Da non dimenticare, inoltre, anche la loro spiccata sensibilità nel rispetto dell’ambiente e la sostenibilità.

D’altro canto, però, la Gen Z è anche la generazione che soffre di più per la FOMO (fear of missing out, paura di essere lasciato fuori), ansia e depressione e che quindi ha più bisogno di supporto psicologico. Hanno questo sentimento innato di dover dimostrare chi sono, come sono e cosa stanno facendo, per creare una certa credibilità. Fanno vedere chi desiderano essere più di chi sono veramente.

Si deve pensare che questi ragazzi si fanno una “prima impressione” non quando vedono una persona per strada, ma molto spesso dai suoi account social. Da qui deriva allora la necessità di essere, perlomeno sui social, una persona magari diversa dalla realtà, ma apprezzata e seguita, anche dai coetanei.

Di conseguenza, rispetto alle altre generazioni, si basano moltissimo su ciò che vedono sui social e ciò che possono postare, anche per le proprie vacanze. In poche parole, le loro vacanze devono essere esperienze uniche e possibilmente “instagrammabili”.

Ma cosa rende “instagrammabile” un luogo? Possiamo definire un luogo “instagrammabie” un posto che soddisfa la nostra vista e che, una volta postata la foto di quel luogo sui social, riscontra successo a livello di interazioni da parte degli utenti. E come fa la Gen Z per scovare i posti “instagrammabili”? Il termine ovviamente fa riferimento a Instagram, dove originariamente trovavano terreno fertile i contenuti dedicati al mondo dei viaggi, ma ormai ai giovani piace farsi ispirare da amici, ma soprattutto da influencer e travel blogger anche tramite TikTok, piattaforma che ormai sta assumendo sempre più rilevanza per tanti settori.

Il caso di Myswitzerlandit

Un buon esempio di strategia social media per la Gen Z è Myswitzerlandit.

Myswitzerland.com è un portale che racchiude tutto ciò di cui un viaggiatore ha bisogno per visitare il territorio. Sul sito si possono prenotare alberghi, mezzi di trasporti ed esperienze in Svizzera. Lo slogan è “Ho bisogno di Svizzera” e lo vedremo poi riportato anche sui loro canali social.

Sui social hanno diverse pagine, divise per Paese (myswitzerlandit per l’Italia, myswitzerlandde per la Germania e così via). Nel caso di myswitzerlandit, sulla pagina possiamo trovare diversi tipi di post: foto o video di paesaggi proposti dalla pagina ufficiale, che mettono in risalto la bellezza naturale e gastronomica del territorio elvetico; storie in evidenza della community, dove vengono ripostate le storie più belle dei turisti o di pagine Instagram che riguardano la Svizzera, invogliando così gli utenti a condividere le foto del loro viaggio: foto e video di partnership con influencer di diverso spessore e target.

Possiamo trovare, per esempio, Michelle Hunziker, testimonial ufficiale della Svizzera, che promuove viaggi all’insegna della sostenibilità, gastronomia, sport e benessere, contornati dalla natura incontaminata della Svizzera, ma anche Giovanni Arena e Tatiana Biggi, giovani travel influencer, molto attenti alla sostenibilità e con seguito composto maggiormente proprio dalla Generazione Z. I loro video mettono in risalto anche le esperienze uniche che si possono fare nel territorio, come la visita alla fabbrica di cioccolato o lo spettacolo di droni a Ginevra.

Si può vedere come, rispetto ai post originali, l’interazione degli utenti cambi in modo spropositato: si parla di un numero di like 10, 20 volte più alto, fino ad arrivare al + 5000% di like con i post di Michelle Hunziker. Dopo il primo post di Giovanni Arena sui posti da visitare nel canton Ticino, invece, si vede un incremento di Engagement Rate del +25%. Appare evidente che la strategia di influncer marketing adottata ha avuto il successo sperato, coinvolgendo il target di riferimento, anche tramite altri elementi come l’hashtag aggiunto rigorosamente a ogni post condiviso, #hobisognodiSvizzera o #innamoratidellaSvizzera, creando quindi il trend specifico della campagna.

Una buona strategia

Per sviluppare una strategia social vincente per la generazione Z nell’ambito turistico, quindi serve prestare attenzione a più aspetti: dalla strutturazione di un buon sito web all’impaginazione di una pagina social accattivante, cui si vanno poi ad aggiungere partnership ad hoc e metodi di fidelizzazione degli utenti.

Ognuno di questi aspetti richiede una conoscenza approfondita delle dinamiche del web e del digital marketing che non si possono improvvisare, se si vogliono ottenere risultati positivi. Anche un semplice proprietario di una struttura ricettiva può formarsi o formare un dipendente per gestire i propri social, grazie a corsi specifici come quelli di Digital Coach. Le possibilità sono potenzialmente infinite e a disposizione di tutti, bisogna però accettare la sfida che la generazione Z propone al settore turistico e non solo.