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Cybersecurity: tutti i rischi per il Wi-Fi pubblico

Esistono, a livello globale, 100 milioni di hotspot pubblici e commerciali per accedere a Internet e si prevede che nel 2018 toccheranno i 340 milioni. Secondo quanto riporta iPass, il più esteso network commerciale di hotspot nel mondo, negli ultimi 3 anni questo numero è aumentato del 568%.

A questa crescita vertiginosa degli hotspot pubblici/commerciali però,  non si può non considerare il pericolo che questi dispositivi  possono generare dal punto di vista della cyber sicurezza, mettendo a rischio i dati personali del singolo utente e molto altro ancora.

In Italia il Wi-Fi pubblico non è mai davvero decollato. Rispetto al 2013 abbiamo avuto una crescita in dispositivi hotspot pubblici del 33% e, al momento, sono registrati 61,103 hotspot commerciali. L’unico risultato positivo in questo campo lo abbiamo ottenuto nel settore alberghiero, difatti, siamo al sesto posto (con 15.044 hotspot nelle nostre strutture ricettive) nella top ten dei Paesi con gli alberghi più connessi. 

Ma quali sono quindi i pericoli in cui possiamo incorrere utilizzando il Wi-Fi pubblico?!  Innanzitutto, dal momento che gli hotspot wi-fi non sono protetti da password, gli hacker sono sempre in agguato e potrebbero facilmente penetrare nei dispositivi utilizzati per connettersi, appropriandosi di dati personali, dati finanziari, foto etc.

Allo stesso modo, un altro mezzo di attacco è la creazione di ‘hotspot spoof’  cioè falsi  hotspot per ingannare gli utenti che si collegano. Una volta effettuata la connessione su questi dispositivi falsi, i propri dati personali sono facilmente nelle mani degli hacker.

Un celebre caso di hotspot spoof è accaduto nel mese di luglio, dove i dispositivi utilizzati da 3 politici britannici (David Davis , Mary Honeyball  e Lord Strasburger) sono stati violati dopo essersi connessi ad Internet (tramite hotspot pubblici ndr.).

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