Lo studio

Cybersecurity, spesa aziendale per proteggere la supply chain salirà al 25% del totale

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IDC Italia: le multinazionali non devono solo aumentare la cybersecurity delle proprie infrastrutture, ma proteggere al meglio il proprio ecosistema, ovvero la catena del valore. Impiegare tecnologie analitiche e di machine learning velocizza la scoperta e la risposta alle minacce informatiche. Imprese italiane subiscono fino a 10 data breach in un anno

Entro il 2019, il 60% delle multinazionali con radici in Europa subirà significativi cyberattacchi finalizzati all’interruzione della produzione e distribuzione di beni materiali e immateriali. In Italia, già oggi, “circa il 40% delle imprese nel segmento sopra i 50 addetti dichiara di aver subìto almeno un data breach nell’ultimo anno, ma una piccola percentuale riporta ben oltre 10 data breach in 12 mesi”, sottolinea Giancarlo Vercellino, Research and consulting manager di IDC Italia.

Di fatto, gli attacchi informatici stanno aumentando: “Le imprese sopra i 250 addetti, i servizi e le infrastrutture critiche sono particolarmente sotto pressione, con frequenze di attacco superiori alla media anche di 5 volte”.

Ecco perché, sempre entro il 2019, IDC ha stimato che gli investimenti in cybersecurity rivolti alla supply chain saliranno al 25% del totale della spesa in sicurezza.

La sofisticatezza di questi attacchi costringerà le multinazionali non solo ad aumentare le difese delle proprie infrastrutture, ma anche a pensare a come proteggere al meglio il proprio ecosistema, ovvero la catena del valore.

Le ricadute di questi cyberattacchi, ha calcolato IDC, saranno pesanti anche sul fronte dei consumatori. Entro il 2018, “l’85% dei consumatori residenti in Europa abbandonerà un servizio commerciale in seguito ad una violazione dei dati personali.

Basti pensare al processo di digital transformation avviato da gran parte delle imprese che comporta l’uso sempre più diffuso di tecnologie mobili, servizi cloud e Internet of Things (IoT): “il numero crescente di endpoint e il cambiamento dei processi aziendali alimentano un flusso di dati tale da esporre le aziende a nuovi rischi”.

In conclusione, i ricercatori IDC hanno suggerito che per proteggere le infrastrutture IT dai nuovi rischi, conosciuti e non, “le aziende devono oggi fare leva su nuove tecnologie e approcci: l’uso dei dati per ricavare viste più accurate su contesti e modelli di comportamento, tecnologie analitiche e di machine learning per velocizzare la scoperta e la risposta alle minacce e magari arrivare a prevenirle”.