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Cybersecurity, quando navighi accertati che il sito sia in HTTPS (il più sicuro)

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Report di Google: ‘Nel mondo sono in aumento i siti con il protocollo https’. I vantaggi? Garantiscono che i contenuti visualizzati online non vengano intercettati o alterati da altri utenti in rete, quindi più privacy e meno attacchi hacker.

Quando sei online butta un occhio alla barra degli indirizzi del browser in cui è visualizzata l’url del sito che stai navigando: sei inizia con ‘https’ puoi stare tranquillo: questo protocollo garantisce più privacy e meno attacchi hacker.

Infatti HTTPS (Hypertext Transfer Protocol Secure) è un protocollo per la comunicazione su Internet che protegge l’integrità e la riservatezza dei dati scambiati tra i computer e i siti. I dati inviati tramite HTTPS vengono protetti tramite il protocollo Transport Layer Security (TLS), che fornisce tre livelli di protezione fondamentali:

  1. Crittografia. I dati scambiati vengono criptati per proteggerli dalle intercettazioni. Ciò significa che, mentre l’utente consulta un sito web, nessuno può “ascoltare” le sue conversazioni, tenere traccia delle attività svolte in più pagine o carpire le sue informazioni.
  2. Integrità dei dati. I dati non possono essere modificati o danneggiati durante il trasferimento, intenzionalmente o meno, senza essere rilevati.
  3. Autenticazione. Dimostra che gli utenti comunicano con il sito web previsto senza la ‘presenza’ di un’altra persona che segretamente ritrasmette o altera la comunicazione tra due parti che credono di comunicare direttamente tra di loro.

Oggigiorno il traffico su Internet è sempre più targato Https, ossia crittografato. Il trend emerge dal report Crittografia Https sul web curato da Google, che dal 2015 misura la diffusione delle connessioni grazie agli utenti di Chrome che decidono di condividere le statistiche sull’utilizzo. Google mette in fila i 10 paesi più avanti nell’adozione di questo standard di connessione: al primo posto c’è il Messico seguito dall’India. L’utilizzo di Https è aumentato velocemente in Russia, più del tecnologico Giappone. Il rapporto, però, ha un limite: l’Italia non è stata monitorata.

Quindi spetta agli utenti prestare particolare attenzione, quindi occhio all’url.