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Cybercrime: fra terrorismo e propaganda. Ma il settore privato è sempre a rischio

Cyberterrorismo

“Il cyber terrorismo si può ascrivere a un fenomeno di mobilitazione, reclutamento e di propaganda ma non ha mai causato un danno diretto a persone o infrastrutture.”

Questo è in sintesi il messaggio del Professor Vittorfranco Pisano, colonnello t.SG (Ris.)  della Polizia Militare dell’Esercito degli Stati Uniti d’America, specializzato in istituzioni politiche comparate e sicurezza internazionale, nell’incontro ‘Il terrorismo – nuove e vecchie minacce’ organizzato dall’ANSSAIF–Associazione Nazionale Specialisti Sicurezza in Aziende d’Intermediazione Finanziaria.-

L’incontro ha fatto chiarezza su molte delle domande e dubbi che sono sorti a fronte dei recenti attacchi terroristici. Partendo da una definizione omni comprensiva del terrorismo, sono state fatte considerazioni sul fenomeno neo-terrorismo –neologismo risalente agli anni ’90- sulla strage al Charlie Hebdo, toccando anche la delicata questione della sicurezza per le aziende private.

Dalle parole del Professor Pisano, si evince che la maggior fonte di preoccupazione è il terrorismo di matrice politico-religiosa che “ in questo momento storico, rappresenta la maggiore minaccia per la comunità internazionale.”

 

Il fenomeno del cyber terrorismo invece – che rientra nella categoria neo-terrorismo insieme a fenomeni come eco-terrorismo, narco- terrorismo e terrorismo NRBC (nucleari, radiologiche, biologiche e chimiche)- è stato ridimensionato notevolmente, confermando sì la sua importanza nei ‘social’- soprattutto a livello di reclutamento e di propaganda- ma ponendo l’accento su una realtà di fatto: nessun attacco fisico è finora attribuibile a questo nuovo fenomeno.

Quindi, anche se lecito prendere maggiormente in considerazione la minaccia cyber-terro-propagandistica, di fatto, gli ultimi eventi –ad esempio Parigi- fanno presumere che la fonte del pericolo non sia così intangibile ed eterea, bensì reale, fisica e, per di più, si trova intorno a noi.

“Il rischio per l’Europa c’è” conferma Pisano “poiché queste organizzazioni terroristiche hanno  ‘cellule dormienti’ nei  nostri stati.”

Alla domanda su quanto sia una minaccia vicina il Califfato Islamico all’Europa, il Professor Pisano risponde che “è un problema crescente” soprattutto perché, rispetto ad altre organizzazioni terroristiche che sono transnazionali e non hanno una base, “il Califfato Islamico ha il grosso vantaggio di avere una base territoriale” insieme a una posizione geopolitica che è funzionale alle priorità propagandistiche e di reclutamento– molti dei quali foreign fighters- del gruppo Islamico.

In conclusione, il Professor Pisano ha voluto affrontare la questione sicurezza nelle aziende private, a fronte delle preoccupazioni mosse da un settore che è molto vasto. “Dal 1968 fino all’intervento USA in Afghanistan e in seguito in Iraq, le statistiche parlano chiaro: ogni anno- a parte qualche anno isolato- le imprese sono state i bersagli preferiti di attacchi terroristici.”

Un dato che chiaramente varia di paese in paese ma che rappresenta un trend che non può essere sottovalutato.

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