L’incremento dei casi di frode nel Regno Unito è sempre più attribuito all’impiego dell’AI da parte di organizzazioni criminali, che ne sfruttano le capacità per espandere e raffinare le loro operazioni.
Secondo UK Finance, nei primi sei mesi dell’anno sono stati registrati oltre 2 milioni di casi confermati, con un incremento del 17% rispetto all’anno precedente.
Le perdite hanno superato i 629 milioni di sterline. I truffatori impiegano strumenti AI per potenziare tattiche collaudate, creando contenuti sofisticati in più lingue e su larga scala, spesso impossibili da distinguere da quelli autentici.
Le truffe legate a investimenti sono aumentate del 55%, con perdite medie superiori a 15.000 sterline per vittima. Sempre più diffusi sono anche i deepfake con volti noti della finanza, usati per promuovere false opportunità di investimento.
Le frodi sentimentali, condotte su lunghi periodi con una media di nove trasferimenti per caso, sono salite del 19% in numero e del 35% in valore, raggiungendo i 20,5 milioni di sterline.
Nonostante le banche utilizzino a loro volta l’AI per rilevare frodi in tempo reale – riuscendo a bloccare frodi non autorizzate per un valore di 870 milioni di sterline – i criminali si adattano, preferendo transazioni più piccole per eludere i sistemi.
Inoltre, sono emersi nuovi strumenti tecnologici come gli ‘SMS blaster’, nascosti in auto o valigie, per inviare messaggi fraudolenti in aree affollate.
UK Finance sottolinea la necessità di una maggiore responsabilità condivisa tra banche, social media e operatori telefonici per prevenire le frodi alla radice.
Per maggiori informazioni, clicca per l’articolo originale.
Gli anziani soli si rivolgono ai bot AI per compagnia
Sempre più anziani negli Stati Uniti e in altre parti del mondo stanno cercando conforto e interazione nei bot conversazionali basati su AI per contrastare la solitudine.
Questi assistenti virtuali, progettati per replicare dialoghi umani realistici, vengono adottati da individui della terza età che soffrono di isolamento sociale, specialmente dopo eventi traumatici come la perdita del coniuge o l’allontanamento dai familiari.
A differenza delle soluzioni tradizionali, come case di riposo o terapie, i bot offrono disponibilità costante, accessibilità economica e una percezione di compagnia empatica, pur essendo privi di vera coscienza.
Molti degli utenti intervistati riportano un miglioramento del benessere psicologico e una riduzione del senso di abbandono.
Tuttavia, emergono anche dubbi sull’impatto a lungo termine: alcune critiche mettono in discussione la dipendenza emotiva che può instaurarsi verso entità artificiali e la sostituzione di relazioni umane autentiche.
Inoltre, si sollevano interrogativi sulla sicurezza dei dati sensibili condivisi durante le interazioni, dato che molte di queste piattaforme non garantiscono un’adeguata protezione della privacy.
Le aziende tecnologiche stanno investendo nel perfezionamento di questi strumenti, inserendo funzioni avanzate come la personalizzazione dei dialoghi e la capacità di ricordare eventi passati, elementi che aumentano l’illusione di una connessione personale.
Mentre alcuni vedono in questi strumenti un’innovazione compassionevole, altri sottolineano la necessità urgente di regolamentare l’impiego dell’AI nel contesto del supporto emotivo, in particolare quando coinvolge popolazioni vulnerabili come gli anziani.
Per maggiori informazioni, clicca per l’articolo originale.
