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Cybercrime e coronavirus, l’Oms sotto attacco hacker

La pandemia di COVID-19 aumenta il rischio di attacchi informatici. Mentre il mondo è concentrato sulla minaccia sistemica rappresentata dal coronavirus, i criminali informatici di tutto il mondo sono senza dubbio pronti a capitalizzare la crisi, lanciando un diverso tipo di minaccia invisibile e sfruttando la nostra crescente dipendenza dagli strumenti digitali.

Le aziende e le amministrazioni del settore pubblico attuano sempre più soluzioni di smart working e le interazioni sociali si stanno rapidamente limitando alle videochiamate, ai social media e ai programmi di chat. In questo contesto, anche molti governi stanno diffondendo informazioni attraverso mezzi digitali.

OMS sotto attacco

Un attacco hacker ha cercato di violare i computer dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. A rivelarlo è stato Flavio Aggio, Chief Information Security Officer dell’OMS. 

In un’intervista apparsa su Reuters, il CISO dell’OMS ha dichiarato che l’identità degli hacker non è ancora chiara e che l’attacco non ha avuto successo. Ma ha avvertito che i tentativi di hacking contro l’agenzia e i suoi partner sono aumentati esponenzialmente nei giorni della pandemia di Covid-19. 

In particolare, sembra che gli hacker abbiano cercato di rubare le password di accesso dei funzionari OMS alle loro caselle di posta e di entrare in possesso di informazioni su cure e test.

Si tratta di dati che in questo momento hanno un valore non quantificabile e che, oltre ad essere monetizzati, possono essere utilizzati per diffondere fake news, aggiungendo incertezza ad una situazione già caotica.

Molti Paesi sotto attacco

L’attacco all’OMS non rappresenta l’unico caso. Molti Paesi in Europa hanno segnalato un escalation degli attacchi informatici nell’ultimo mese. Negli ultimi giorni, secondo quanto riportato da Bloomberg, un attacco hacker ha colpito il Dipartimento della salute degli Stati Uniti con l’intenzione di interrompere le operazioni e il flusso di informazioni.

Nell’attuale contesto senza precedenti, se un attacco informatico su larga scala colpisse le organizzazioni o le famiglie, privandole dell’accesso ai loro dispositivi, dati o Internet gli effetti potrebbero essere devastanti.

Nel peggiore dei casi, gli attacchi informatici su vasta scala potrebbero causare guasti infrastrutturali diffusi e rendere intere comunità o città offline, ostacolando l’attività degli operatori sanitari e provocando la paralisi del sistema. La pandemia impone dunque una maggiore igiene, non solo personale, ma anche digitale.

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