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Cybercrime, con il Covid-19 aumento di attacchi informatici. Il report di Europol

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I risultati che emergono dalla settima edizione dell’Internet Organised Crime Threat Assessment (IOCTA) di Europol, l’agenzia anticrimine europea nata nel 1999, sono sconcertanti. All'interno dell'articolo è possibile scaricare il report originale.

La pandemia globale di Covid-19 ha aumentato notevolmente gli attacchi informatici in tutto il mondo, e, nonostante l’impegno delle forze dell’ordine, il cybercrime non accenna a placarsi.

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I risultati che emergono dalla settima edizione dell’Internet Organised Crime Threat Assessment (IOCTA) di Europol, l’agenzia anticrimine europea nata nel 1999, sono sconcertanti.

Secondo il report, uno studio accurato che fornisce informazioni dettagliate sulle minacce emergenti e sugli sviluppi della sicurezza informatica, i criminali hanno rapidamente sfruttato la pandemia per attaccare gli utenti attraverso tecniche di phishing.

Inoltre, riferisce l’Europol, le truffe online e la diffusione di fake news sono diventate una strategia ideale per i criminali informatici che cercano di vendere articoli che, secondo loro, prevengono o cureranno il Covid-19.

Il report evidenzia come quest’anno il ransomware rimane la principale minaccia alla criminalità informatica, seguito dagli attacchi Phishing, dal materiale di sfruttamento sessuale dei minori e dall’exploit del deepweb. Durante questi mesi di pandemia infatti, il Deep Web è diventato terreno fertile per i criminali informatici, per fortuna, lo scorso 23 settembre, l’Europol è riuscita a dare un duro colpo alle organizzazioni criminali del deep web con l’operazione DisrupTor.

L’operazione DisrupTor

Lo scorso 23 settembre l’Europol ha dato al via l’operazione DisrupTor, che ha portato all’arresto di 179 criminali ritenuti responsabili di traffico di droga e armi nel Dark Web e al sequestro di 6,5 milioni di dollari sia in contanti che in valute virtuali di 500 chilogrammi di droghe, tra cui fentanil, ossicodone, idrocodone, metanfetamina, eroina, cocaina, ecstasy, MDMA e 64 armi da fuoco.

L’operazione DisrupTor era composta da una serie di operazioni congiunte separate ma complementari coordinate da Europol ed Eurojust, in collaborazione tra le forze dell’ordine e le autorità giudiziarie di Austria, Cipro, Germania, Paesi Bassi, Svezia, Australia, Canada, Regno Unito e Stati Uniti.

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