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Cyberbullismo. Martusciello (AGCOM), ‘Serve maggiore consapevolezza sulla Web Reputation’

“L’identità digitale non è solo un mosaico di informazioni. Essa, al contrario, restituisce all’esterno parti della nostra vita. E la consapevolezza di questa nuova entità è ancora trascurata”. Lo ha affermato il Commissario dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Antonio Martusciello, intervenendo a Milano al Convegno organizzato dal Corecom Lombardia “Cyberbullismo, Sexting, Web Reputation: la tutela dei Minori in rete e sui Media”.

Spesso, ha rimarcato Martusciello, si soggiace “quasi inermi alle innumerevoli criticità online, dal cyberbullismo, al sexting, alla violazione della privacy, rischiando di compromettere l’identità digitale che inesorabilmente si propaga nel tempo”.

“Nei social media”, ha aggiunto, “l’intermediazione dello schermo, unita all’esposizione del proprio ego, incentiva una sorta di anestetizzazione collettiva dei sentimenti. Un pericolo che si accentua per gli adolescenti, impegnati nella complessa costruzione del processo di ricerca identitaria. Ma l’identità non si limita ad impattare solo sulla web reputation perché questa, se falsa o manipolata, consente di perpetrare fenomeni di cyberviolenza particolarmente insidiosi”. Dinanzi a fenomeni così mutevoli e in rapida espansione, ha detto ancora il Commissario Agcom, “l’iter legislativo è destinato inevitabilmente a rincorrere l’evoluzione della società”.

Le caratteristiche del web rendono complicati i tentativi per far rispettare la riservatezza e la gestione della propria identità; infatti, ha concluso Martusciello, “la dimensione transnazionale, quella che è stata definita l’immortalità delle informazioni immesse in Rete e le difficoltà in termini di applicazione di un efficace diritto all’oblio producono, un maggior senso di impotenza nella vittima e di impunità nell’oppressore. Ed è proprio questo tema che rende più pericolosa la propagazione di un’identità digitale distorta o manipolata: la Rete difficilmente consente di escludere la memoria sociale”.

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